Con l’ex fischietto di Chiavari, De Marco, ospite di #SportLabLive, si è discusso della ripresa del calcio dal punto di vista arbitrale, con le nuove regole da applicare e le “vecchie” da perfezionare.
Buonasera sig. De Marco. Rizzoli, negli ultimi giorni, ha dichiarato che esistono “alcuni arbitri permalosi: più protesti e più si chiudono”: il designatore ha detto la verità?Non credo che ci siano arbitri permalosi. Si parla di arbitri solo in caso di episodi negativi o di errori, senza conoscere a fondo questa categoria. Secondo me sarebbe importante che i direttori di gara possano parlare a fine partita, in modo tale da far sì che l’arbitro non sia una figura ricordata solo per gli episodi negativi, ma che venga conosciuta in toto come accade per i calciatori.
Ci può spiegare meglio questa sua proposta?Si parla da molti anni della possibilità che gli arbitri si presentino in conferenza stampa a fine partita. Secondo me sarebbe una buona soluzione, ma da adottare sempre e non solo in caso di decisioni discutibili; sarebbe utile per conoscere l’uomo-arbitro e non solo l’arbitro come figura a sé stante. Oltre a questo, credo sia necessaria l’introduzione di un ufficio stampa dell’AIA che spieghi quali sono le linee del settore tecnico, cioè analizzando i vari episodi accaduti durante le partite, mettendo fine – anche un paio di giorni dopo i match – alle polemiche post gara. Noi moviolisti possiamo dare la nostra opinione, ma non siamo l’AIA.
Lo stesso Rizzoli, in un’intervista a La Gazzetta dello Sport, ha parlato delle nuove regole post emergenza da coronavirus. Lei è d’accordo con le nuove norme? Quando riprenderanno i campionati ci sarà molta attenzione sul punto della distanza; i calciatori non si potranno avvicinare all’arbitro più di un metro e mezzo ed è giusto che sia così. La salute, al di là delle proteste, deve venire prima di tutto, anche delle decisioni corrette o sbagliate che siano.
In questi tre mesi di pandemia in che modo è stata presa in considerazione la figura dell’arbitro?Gli arbitri in questo periodo si sono allenati, ovviamente a casa, oltre a sottoporsi ai vari controlli. Sicuramente in vista di un’eventuale ripartenza i direttori di gara saranno ancor più impegnati non solo da un punto di vista fisico, ma sopratutto nel rivedere partite ed episodi dal punto di vista tecnico.
Lei è a favore della ripresa del campionato di calcio?Io credo che il calcio, come tutta l’economia italiana, debba riprendere. Vedere e giocare le partite a porte chiuse fa stringere il cuore, perché il calcio è passione, è l’amore dei tifosi e tutto questo mancherà. Certamente, sarà più difficile sia per gli arbitri che per i calciatori…
Fonte: Sport-lab.itjA