Visto quanto c’è voluto per produrre un protocollo per gli allenamenti collettivi che accontentasse tutti (con tanto di ulteriore revisione dopo che era già stato approvato), quello destinato alla fase con le partite diventa ancora più delicato. Se non altro perché aumentano le situazioni da gestire. C’è, appunto, il momento di disputa delle partite, ma ci sono anche le trasferte. Dal punto di vista medico, comunque, la novità è che si punta ad aumentare la frequenza dei test sierologici, più facili da reperire e meno invasivi per l’atleta, rispetto ai tamponi. Aiuta in questo senso la validazione di nuovi kit. La Lega, ad esempio, ne sta valutando uno che, analizzando solo le gocce di sangue, può dare l’esito in soli 8 minuti. Potrebbe essere usato per testare le persone al di fuori del gruppo-squadra. La quarantena continuerà ad essere di due settimane non solo per il positivo, ma anche per coloro con cui questo ha avuto contatti. Come ormai noto è questo il grande potenziale ostacolo al completamento del campionato. Un nuovo contagio, infatti, farebbe saltare ad una squadra tra le 3 e le 4 gare, che, visti i tempi strettissimi, sarebbero impossibili da recuperare. La speranza, però, è che, davanti ad un’ulteriore evoluzione positiva della curva epidemiologica, possano essere introdotti termini meno vincolanti. La risposta, evidentemente, dovrà darla il Comitato tecnico-scientifico del Governo, che attende il documento probabilmente già domani. La prima versione del protocollo è stata compilata dalla Lega. Da ieri, però, è nelle mani della Commissione medico-scientifica della Federazione. Poi, ci sarà il passaggio da Gravina a Spadafora, che ha manifestato la speranza di arrivare all’appuntamento del 28 maggio già con la risposta del Cts. Fosse positiva, darebbe ancora più consistenza al processo di individuazione di una data per la ripresa del campionato. Fonte: C dS