Simoni si nasce ed è vero. Tre giornalisti suoi amici non potevano scegliere titolo migliore per la biografia di Gigi, l’ex allenatore scomparso ieri a 81 anni: un’agonia esattamente di undici mesi causata dall’ictus che lo aveva colpito il 22 giugno. A 57 anni era ancora un tecnico di provincia, sedeva sulla panchina della Cremonese e difendeva con orgoglio il suo calcio all’italiana, l’altra faccia della serie A. Fu il suo ex collega Ottavio Bianchi, richiamato da Corrado Ferlaino a Napoli come consulente, a indicarlo per guidare gli azzurri. «Ha buonsenso ed esperienza». Il Napoli, la prima importante squadra anche da calciatore per Gigi: aveva vinto la Coppa Italia nel 62, l’unica nella storia conquistata da un club di serie B, coinvolto per un anno nella passione della città per il pallone, con personaggi straordinari come il Petisso Pesaola e il Comandante Lauro, che un giorno lo accolse nel suo ufficio in mutande: «Guaglio’ ma davvero ti chiamano il Sivori dei poveri?».
Il Mattino