Tagliavento: “Gol-Muntari? Solo l’assistente poteva vedere e disse no goal”

In diretta a ‘Punto Nuovo Sport Show’, in onda su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Paolo Tagliavento, ex arbitro: “VAR? Ho fatto il mio ultimo anno di Serie A, due anni fa, che era il primo anno di VAR. Nella fase di preparazione da Giugno alla prima partita, sono stato sempre uno di quello più scettici. Avevo trent’anni di arbitraggio fatti in un’unica maniera, aprendo alla tecnologia avevo molti dubbi. Fino alla prima di campionato, dove alla fine del primo tempo mi ero reso conto delle gigantesche potenzialità di questo strumento, ad oggi indispensabile. Se prendo i miei 5 errori più importanti in carriera, con questa tecnologia li avrei evitati. Gol di Muntari? E’ una questione di ruoli, quando non avevamo gli addizionali, né la GLT, uno dei parametri era che i gol/non gol, poteva verificarli solo l’assistente. In quel momento lui ebbe la certezza che la palla non fosse entrata, io dalla mia posizione non potevo dire il contrario. Mourinho? Chi come me ha avuto la fortuna di arrivare a certi livelli, sa che ci sono partite che vanno benissimo e ti esaltano, come tante altre che vanno meno bene ed il proprio lavoro viene messo in discussione. Non ci si esalta, né ci si deprime. Rigore di Hamsik? Non me ne pento (ride, ndr). Le condizioni per ripetere il rigore, mi pare ci furono. Ho avuto la fortuna di arbitrare 221 partite di Serie A, ci sono situazioni in cui si sbaglia, chi sceglie di fare l’arbitro di calcio prende una decisione ogni pochi secondi. Una della partite più belle del campionato è Napoli-Juventus, tutti gli arbitri vorrebbero farle. Se si sbaglia qualcosa, oggettivamente si ha un’amplificazione dell’errore. Nel calcio sbagliano i presidenti, i dirigenti, gli allenatori, i portieri, gli attaccanti, perché un arbitro non può? Una cosa che andrebbe fatta è, qualche volta, dare la possibilità all’arbitro di spiegare un suo errore. Chi è talmente tifoso ed ha i paraocchi, magari non lo accetta, ma io arbitro potrei descrivere situazione per situazione ogni decisione. Il problema è che non si è mai fatto perché in genere i giornalisti non sono una categoria che vogliono sapere la verità, ma a volte, nel calcio in particolare, cercano di fare polemica. La ricerca della verità si può ottenere, se viene strumentalizzata, la categoria arbitri si mette in difficoltà.”

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