BENEVENTO
Il rammarico di non vedere il calcio accodarsi alla riapertura di tante aziende traspare da un laconico commento di Luca Caldirola su Instagram: «Prendiamo esempio dalla Germania e non solo nel calcio». Non è cosa da poco, detta da uno che ha giocato a lungo nel Werder Brema e conosce l’efficienza teutonica. Si accoda Nicolas Viola, intervenuto ad una diretta web sul sito di Ottochannel: «A me manca talmente il calcio che spero davvero tanto di poter ripartire. Sempre nel rispetto della salute della gente».
L’ATTESA
Il Benevento ha sposato in pieno le linee guida della Lega di B: non si comincia con gli allenamenti di gruppo se non viene varato un nuovo protocollo, che sia più aderente alle realtà delle società cadette. Si continua dunque con gli allenamenti nelle proprie abitazioni: «Abbiamo allestito delle vere e proprie palestre», racconta Viola, uno degli attori principali del campionato giallorosso. «Da questa lunga quarantena spero di trarre qualcosa di buono: avremo la possibilità di dare maggior importanza alle piccole cose. Anche prendere un caffè con un amico».
IL FIL ROUGE
Non c’è giallorosso che non voglia riannodare quel filo interrotto, di riprendere lì dove il campionato si è interrotto. Viola è stato capace finora di vestire i panni del protagonista: 9 gol e 6 assist in 27 partite, il miglior bottino da quando partecipa a campionati professionistici: «Penso che se riescono a trovare un giusto accordo in A, anche la B ripartirà subito dopo. Se riparte il calcio è una cosa positiva per tutta l’Italia». Il Benevento vuole portare a termine una missione che si è bruscamente interrotta: «Il nostro obiettivo è stato sempre la Serie A, non ho mai pensato di adagiarmi a giocare in B. Ho accettato di continuare nel campionato cadetto solo per tornare in Serie A. Considero il torneo in A di tre stagioni fa un’esperienza importante: credo sia servito per capire come fare meglio nella prossima stagione».
RESPONSABILITA’
Il protocollo sarà perfezionato, Nicolas Viola dice la sua senza giri di parole. Soprattutto su quella norma, in caso di una positività al Covid, di addossare tutte le responsabilità allo staff medico: «Io credo che la responsabilità debba essere di ogni singolo calciatore che decide di giocare: è giusto che ognuno di noi tornando in campo si assuma le responsabilità di quello che fa. La verità è che ci sono troppe chiacchiere in giro, noi siamo aperti a qualsiasi dialogo e a discuterne per trovare la soluzione migliore».
PROSPETTIVA
Comunque vada, il futuro del Benevento è la serie A. Nicolas ha le idee chiarissime su questo: «Il gruppo è fondamentale, la società, insieme al direttore e l’allenatore, ha gettato le basi per far bene anche nella massima serie: il Benevento non va in A per fare la comparsa, ha basi importanti, ho fiducia nella società, nell’allenatore e nel gruppo».
GRAN FINALE
Vuole completare quella che considera la sua stagione più importante finora in carriera: «La mia crescita è andata di pari passo con quella della squadra giallorossa: siamo pronti per affrontare anche la Serie A. Il ricordo più bello di quest’anno? La tripletta al Trapani: non è cosa da poco per un centrocampista centrale basso. Il gol più bello, al di là del pallonetto da centrocampo, penso sia stato l’ultimo contro i siciliani: un sinistro in corsa finito nel sette. Non era semplice, è stata una grande soddisfazione». Fonte: CdS