CALCIO FEMMINILE – Airola-Carlucci, Le perle nascoste di Juve ed Inter

Alla scoperta di giovani promesse del calcio femminile
Ci sono tesori che sono nascosti, ben tenuti preziosamente custoditi, e sono quelli che poi regalano
le emozioni più forti quando vengono scoperti dai più. Ed ecco qui che il calcio femminile ci mostra due delle sue perle, che, chiuse nella propria conchiglia, si stanno mostrando alla platea più ampia della Serie A: Beatrice Airola, terzino destro della Juventus, classe 2001, e Beatrice Carlucci, centrocampista centrale dell’Inter, classe 2002.
Due Beatrici accomunate dello stesso destino, quello di diventare esponenti di rilievo del primo
campionato.
La prima, laterale destro basso caratterizzata da esplosività e brillantezza: può disporre di una
reattività sui primi metri che abbina a determinazione e cattiveria agonistica, dimostrandosi abile
nella fase di riconquista sfera.
Difensivamente di qualità, per ruvidità e senza dell’anticipo, pure in proiezione offensiva
concretizza le proprie giocate in maniera netta, grazie a corsa e attitudine alla sovrapposizione.
Riferimento per il gruppo e piglio da leader. Sul manto erboso come nello spogliatoio un elemento
che dimostra responsabilità e si pone come retto esempio alla rosa tutta.
La seconda, è caratterizzata da qualità e sensibilità tecnica nel corto come nel lungo, con una
predilezione per la gestione rapida della palla a terra e per le verticalizzazioni a cercare la corsa e
l’aggressione allo spazio delle compagne del reparto avanzato.
Dinamica e brillante, è un vero e proprio metronomo davanti alla difesa, capace di allentare le
pressioni in fase di non possesso e di dare ritmo alla manovra in fase propositiva.
Determinata ma silenziosa, trasmette grinta e determinazione per la personalità posta sul manto
verde: ad esempio incaricandosi di punizioni dalla distanza allo scadere e realizzandole con un
grado di difficoltà particolarmente elevato. Insomma delle calciatrici pronte a mettersi alla prova e dimostrare, consce che il futuro è nelle proprie mani. Anzi nei propri piedi. Il calcio femminile italiano le aspetterà.

 

La Redazione

 

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