Il Covid-19 per tutto il mondo è una pandemia che ha bloccato le attività lavorative e la parte economica del paese. In attesa del vaccino, si cerca di ripartire e convivere con il Coronavirus. Di questo ma anche del riconoscimento ricevuto oggi, il Geoffrey Harris Awards, ilnapolionline.com ha intervistato l’endocrinologa Annamaria Colao.
Oggi hai avuto un riconoscimento importante a livello internazionale il Geoffrey Harris Awards. Prime sensazioni per questo premio. “Sono molto contenta di questo riconoscimento, in particolare perché dopo 25 anni dalla fondazione del premio vince una donna, peraltro napoletana. Che a Napoli in questi anni si sia fatto un ottimo lavoro è un di più che ci inorgoglisce, ma è giusto dire anche che il nostro paese ha tante personalità importanti, senza fare alcuna distinzione di luogo, zona o Regione”.
Nonostante tutto ci sono tante critiche e anche piuttosto pesanti verso il Sud. Cosa ti senti di dire in maniera particolare? “Le critiche se sono costruttive, le accettiamo volentieri perché servono per crescere. Più che altro ho sentito alcune considerazione insolenti alle quali preferisco non dare troppa importanza e pubblicità”.
Il caldo può essere un nostro alleato per allontanare il virus? “In questo momento non è facile fare previsioni sulla pandemia da SARS-CoV-19. Purtroppo fino alla disponibilità di un vaccino sarà difficile da
sconfiggere. Certo, oggi sappiamo diagnosticare e trattare la CoViD (la sindrome che deriva dal virus e le sue complicanze) molto meglio, e questa consapevolezza ci aiuta a guardare avanti con maggiore ottimismo.
Se a questo aggiungiamo le dovute precauzioni igieniche (mascherine, lavaggio delle mani e delle superfici, distanziamento) possiamo limitarlo. Sulla questione climatica, aspettiamo di vedere come si svilupperà il
contagio dal 18 Maggio. Un dato è chiaro, al Sud le strutture ospedaliere hanno svolto un ottimo lavoro e il numero dei contagi è stato molto basso anche nel momento in cui avevamo meno attenzione alle cautele”.
Da molti anni c’è una stretta collaborazione con Tommaso e Giovanni Mandato al Campus 3s. Ti aspettavi che il popolo campano rispondesse positivo al concetto di prevenzione? “Oltre Tommy e Giovanni, c’è una grandissima squadra che da anni sta raccogliendo risultati importanti. Quando si è compatti e desiderosi di raggiungere traguardi di rilievo, tutto viene più semplice. Lo scorso anno all’evento di ottobre, in un giorno e mezzo abbiamo visitato circa 3 mila cittadini, davvero numeri più che soddisfacenti. Il popolo campano ha sempre risposto positivo alla solidarietà, da un lato non sono sorpresa, però è la conferma che quando ci metti il cuore e la passione, nessun traguardo ti è
precluso”.
Infine ti vorrei chiedere sulla questione calcio. Secondo te è giusto ricominciare a rivedere le partite in uno sport di contatto e poi come ti regoleresti per maggior prevenzione? “Come hai detto tu, il calcio è uno sport di contatto, dove il rischio contagio è difficilmente evitabile. D’altra
parte, stiamo convivendo con la presenza del virus ma ciononostante si stanno riaprendo le attività commerciali e produttive, cercando di mantenersi nelle condizioni più cautelative possibili. Il calcio è una disciplina che porta gioia a tutti gli sportivi, e la gioia è un potente protettore del sistema immunitario, e per combattere il virus è importante un sistema immunitario forte. In questi casi, pur comprendendo che non si possono rispettare le regole sulle distanze, le mascherine e l’igiene come lavarsi spesso le mani, si può andare cercare di effettuare una sorveglianza attiva di tutti i giocatori e dello staff in modo da poter intervenire precocemente isolando i casi positivi. Sono certa che si troverà una soluzione che contempli la cautela alla salute con la necessità di far ripartire il calcio, senza aspettare il vaccino perché per questo ci vorrà almeno un anno”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco
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