Malagò: “Si ripartirà al 99%, ma decidono Governo e CTS”

Malagò «la quarantena si può cambiare»

«Isolare la squadra per un caso mette a rischio il campionato anche a settembre. Governo e Cts possono intervenire».

«La norma della quarantena automatica per tutta la squadra rischia di non far ripartire il campionato nemmeno a settembre». Anche il presidente Coni Giovanni Malagò auspica un ripensamento sul punto più divisivo del protocollo “imposto” alla Figc. Quello che consente la ripartenza degli allenamenti di squadra il 18 e indica il 13 giugno il via alla Serie A.

«C’è sintonia e rispetto reciproco con il ministro Spadafora. Il Coni ha riacquistato centralità e siamo stati di grande supporto in questa difficile fase di lockdown». Ha commentato il n.1 del sport al termine della Giunta straordinaria cui hanno partecipato anche il ministro allo sport e il presidente dei Medici sportivi, Maurizio Casasco. «Il calcio ha fatto e sta facendo di tutto per portare avanti il campionato. Il vincolo di quarantena anche per la squadra in caso di un giocatore positivo è tra i nodi più sensibili in un quadro già di per sé di grande complessità. Non escludo che questa norma possa essere rivisitata».

L’obbligo della misura di quarantena per 14 giorni “agli individui che abbiano avuto contatti stretti con casi confermati”, è contemplato nell’art.1 dell’ordinanza del 22 febbraio del ministro della Sanità Speranza.


Malagò chiarisce però che non è suo compito intervenire su questo punto del protocollo: «E’ un tema che riguarda governo e Cts: spetta a loro l’ultima parola. Sono fiducioso, abbiamo ancora poco più di un mese per riflettere». Casasco è intervenuto con una lunga relazione in cui ha sottolineato come la Figc «sia stata l’unica federazione ad aver fatto un percorso per conto suo». Ma per Malagò anche Spadafora alla fine «ha apprezzato il lavoro di Gravina e i suoi».


Malagò è pronto a scommettere che il 13 giugno si riparte: «Sono certo al 99%». Ma dice di non avere la palla di vetro circa la conclusione. «Se non ci sono complicazioni si parte e si arriva. Ma…». Il capo del Foro Italico torna sul piano B.

«Io avrei pensato a una alternativa. Come hanno fatto nel Regno Unito e Germania. Credo che la federazione debba studiare un piano B. Magari anche più di uno. Un assist potrebbe trovarlo dall’articolo 211bis del DL Rilancio (quello relativo alle controversie, ndr). Ma non spetta a me dare indicazioni. Resto convinto però che tutte le componenti del calcio, network e medici compresi, debbano chiudersi in una stanza e partorire soluzioni». Fonte: CdS

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