Batman Taglialatela: “Meret è un fenomeno, deve solo crescere”

Il parere dell’ex portiere che difende il giovane: deve solo finire di crescere

Guardando in una palla di cuoio, perché ne ha facoltà, Pino Taglialatela intuì cosa sarebbe successo, al primo incidente di percorso: 26 ottobre 2019, Salisburgo 2, Napoli 3, nella notte in cui Mertens scavalca Maradona e Halland conferma con una doppietta di essere un fuoriclasse, l’hombre del «partido» diventa Alex Meret, che si inventa un paio di prodigi disumani, spingendo Batman a un’uscita kamikaze. «Per me è un fenomeno, ma io della critica non mi fido e so che basterà un errore per crocifiggerlo».

Taglialatela, ci sarà un giorno in cui bisognerà scegliere. «Ma vendere Meret non può essere una prospettiva, stiamo parlando di un giovane che finirà per contendersi con Donnarumma la porta della Nazionale italiana. E’ capitata una disavventura, ci può stare nella carriera di un estremo difensore, anzi è normalissimo che ciò succeda. Ma quando sbaglia un centravanti, che si fa?».

Al suo fianco c’è Ospina. «Del quale bisogna avere rispetto, ci mancherebbe. Lo invoca il suo percorso professionale. Ma qui stiamo chiacchierando di altro: di progetto, per intenderci. E Meret ha appena compiuto ventitré anni. E ha un talento pazzesco, che è stato esibito anche in questa fase iniziale della stagione, pur piena di difficoltà».

Non semplice decidere. «Non mi permetto di entrare nel merito, ci sono uomini che gestiscono il club e preparatori che sono tenuti a fornire indicazioni. Io do un giudizio personale e Meret per me è già completo, deve solo completare il suo processo di crescita, che ha bisogno di altre partite e anche di nuovi errori. Ma io un ragazzo così sereno, così tranquillo, non lo vedevo da anni e rimango ancora abbagliato da certe sue prestazioni che invece si tende a dimenticare. Ma nelle prossime stagioni, quando si ricomincerà a giocare, vedrete che Meret finirà per aprire un dualismo con Donnarumma in Nazionale come ai tempi di Zenga e Tacconi. Stiamo parlando di un giocatore che è un predestinato».

La panchina immalinconisce. «Ma saprà rialzarsi. Conosce le insidie del ruolo, quelle del calcio in generale. Sapeva che sarebbe passato dall’esaltazione per una parata spettacolare alla critica per una papera. Uno dei giochini più in voga nel nostro mondo è: sparare sul portiere. Viene facile, immediato. Ma per me non è cambiato assolutamente nulla: Meret è impressionante e il futuro gli appartiene. Non si può metterlo in discussione». 

A cura di Antonio Giordano (CdS)

 

 

 

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