RISCHIO ZERO
L’Uefa mette al primo posto la salute dei calciatori, delle persone che lavorano con loro e degli spettatori. Ciò premesso, riconosce che in questo momento è impensabile pensare di poter giocare con un rischio zero. Ciò può accadere solo se il coronavirus sparirà totalmente o se ci sarà un vaccino. Con il passare dei mesi e il caldo la situazione migliorerà, ma è difficile ipotizzare che a settembre e ottobre, quando ci sarà la Nations League, il contagio sarà totalmente azzerato.
Ecco perché a Nyon c’è la speranza che pure l’Italia imbocchi la direzione degli altri Paesi (non della Francia che ha già chiuso il campionato…), perché altrimenti l’ipotesi che la Serie A diventi il secondo grande torneo a chiudere sarebbe concreta. Nel prossimo vertice che il premier Conte avrà con il presidente della Figc Gravina e con il numero uno della Lega Dal Pino la carta dell’Uefa potrebbe essere spesa. Nyon ha avuto contatti con il governo quando Roma è stata indicata come la città che ospiterà la partita inaugurale di Euro 2020.
Il presidente del consiglio da giorni è impegnato nel decreto rilancio e a breve dovrà occuparsi del dpcm con il quale verranno riaperte lunedì altre attività produttive del paese. Tra le quali gli allenamenti collettivi. Il dossier del pallone, però, per sua stessa ammissione lo ha sul tavolo. Non fosse altro perché il sistema calcio è una delle principali industrie del Paese e farla fermare avrebbe un costo importante. Dunque la Figc, ma a questo punto anche l’Uefa, sperano che Conte prenda una decisione politica e aiuti il calcio italiano. Fonte: CdS