Maddaloni: “Per sognare c’è bisogno che De Laurentiis spenda!”

Marco Maddaloni sta preparandosi per Tokyo 2021. Il judoka italo-albanese ai microfoni di CM24 oltre a parlare dei suoi progetti futuri, per la rubrica “Vip Tifosi”, ha discusso anche del Napoli, di cui è tifosissimo. Per la squadra azzurra ha sogni e speranze…

Sul Napoli di Ancelotti e di Gattuso: “Prima che da tifoso, ti parlo da sportivo: la situazione non mi è piaciuta. Con Ancelotti i calciatori hanno smesso di giocare. E’ come se io sul Tatami, smettessi di combattere. Per questo non mi è piaciuto, ho seguito il Napoli da vicino e dico che non mi è piaciuto. Con Gattuso è arrivato sicuramente qualche cambio negli spogliatoi, io sono contento per Rino, perché è un grande atleta, ma ti ripeto: se devo tornare a ritroso, non mi è piaciuto l’atteggiamento con Carlo. Poco sportivi”.

Sfida col Barcellona? Gli sportivi sono sognatori, giusto si faccia. Dobbiamo andare lì per fare risultato, sappiamo tutti però che se vuoi vincere, tocca comprare. Il presidente forse anche per giuste cause, ma se alcuni del passato giocassero ancora qui, forse ce la potremmo giocare con tutti.

Cavani e Immobile? Parlavo di lui sì, così come Lavezzi. Appena abbiamo grandi giocatori, vendiamo. Restiamo una grande squadra, ma serve fare il passo importante per competere. Per Ciro sarei contentissimo, con Lorenzo formerebbe il ‘dream team’. Cavani era un calciatore fantastico perché lo si trovava ovunque, non si è mai risparmiato”.

Napoli tra rinnovi e possibili addii: ricambio generazionale dovuto? “Bisogna che il Napoli capisca cosa vuole dalla vita. Se vogliamo restare tra i grandi, dobbiamo vendere e sperare nel ricambio. Ma se si vuole essere certi di vincere bisogna trattenere quello che abbiamo e poi acquistare“.

Il Napoli può fare il salto in avanti e andare in Champions? “Credo che il Napoli riaggancerà la zona Champions se si riprende. Il divario con la Juve c’è ancora e forse anche con qualche altra squadra. I calciatori li capisco: o restano in una squadra per economia o per vincere. Il Napoli non gli dà nessuna di queste motivazioni. Anche chi ci crede e ama la maglia alla fine preferisce andare via se non si punta a vincere“.

Quanto sogni uno Scudetto? “Troppo. Da piccolo li ho visti i due del Napoli ma non ricordo nulla. Purtroppo il Napoli in questo periodo ha vinto troppo poco per la storia che ha e i miglioramenti che ha fatto“.

Quali sono le partite che ricordi con più gioia? “Una delle partite più belle fu quella con il Bayern Monaco che perdemmo 2-3. Mi piacque la corsa di De Sanctis all’ultimo minuto. Vidi l’orgoglio napoletano in campo. Poi non dimenticherò il gol di Cavani contro il Lecce e quello di Koulibaly contro la Juve. Anche lì mi alzai tre metri dal suolo: mi alzai con lui. Spesso non guardo la partita perché ci resto troppo male. Napoli è una piazza in cui anche il judoka si sente apprezzato. Il napoletano vive per la propria città: se fossi in De Laurentiis lo farei qualche debituccio per vincere (ride, ndr.)“.

Sarri? “Al calcio si danno troppi valori. Il calcio ormai è un grande business. Se lo guardo in questo modo, non posso criticarlo. A livello sportivo posso criticarlo: aveva mosso un movimento, aveva mosso lo spirito nella stanza dei bottoni, si era fatto credere uno di noi“.

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