Vettel e il suo rapporto con Napoli: questione di feeling

Accadde poco più di dieci anni fa, 27 febbraio 2010. Sebastian Vettel era l’uomo di punta della Red Bull e, prima di un evento pubblicitario a Napoli, decise di venire in Campania per un allenamento speciale. Sul Vesuvio. Grazie alla disponibilità del Parco nazionale del Vesuvio, Sebastian e il suo preparatore, il finlandese Tommy Parmakoski, salirono fino al cratere, a quota 1200 metri. Era una giornata di neve e Vettel non riuscì ad allenarsi, limitandosi a fare un po’ di trekking. «Avrei voluto fare qualcosa in più ma non è stato possibile», spiegò il tedesco, che avrebbe negli anni successivi ricordato con affetto quella esperienza sul vulcano (forse anche per motivi scaramantici perché nel 2010 vinse il primo dei suoi quattro titoli mondiali) e il viaggio a Napoli. «Ho scoperto quanto in quella città la gente sia appassionata di sport e in particolare di calcio: in fondo, sono diventato anche io un po’ tifoso della squadra», spiegò.

Il Mattino

 

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