Perinetti: «Perchè poi a settembre sì? Se non si ricomincia il calcio è morto»

Giorgio Perinetti, 69 anni, è uno dei più grandi talent scout del calcio italiano, un vero e proprio scopritore di talento ed “uomo mercato”. Ex ds  di Roma, Juve e Napoli. Ultimo incarico in questa stagione al Genoa…

Giorgio Perinetti, al di là del Covid… «Al di là del Covid? Ma il calcio è morto se non ricomincia, dimmi perché non dovrebbe ricominciare ora e a settembre sì? Pensi che a settembre si possa giocare a rischio zero? Ma con questi presupposti è impossibile che ricominci, qua c’è chi sta facendo di tutto per farlo morire».

Giorgio grazie, ti saluto, volendo farti una domanda sul mercato. «Scusami per lo sfogo, ma quello che sta succedendo attorno al calcio è vergognoso. Tu pensa che sono pronti a riaprire i teatri e il calcio non lo fanno giocare neanche a porte chiuse? Ma cosa volevi chiedermi?».

Ascolta: prendiamo un giocatore x, magari Orsolini che è molto corteggiato: fino a che punto la sua valutazione è figlia dello spessore della squadra in cui gioca? «È evidente che un club che gioca per l’Europa o addirittura per vincere lo scudetto fa lievitare anche la quotazione dei singoli, i risultati della squadra finiscono inevitabilmente per portare attenzioni anche su ciascun calciatore. Più la squadra è importante e più il singolo diventa importante. Ma non ho capito, dove vuoi arrivare?».

Su quella che è la percentuale in più del valore del giocatore alla luce della squadra in cui gioca? «Siamo sul 15%, forse anche 20%. E’ evidente che l’Inter, la Juve, la Lazio, e anche la stessa Atalanta, per quello che è il loro spessore possono permettersi di essere botteghe più costose rispetto al Bologna, al Parma e al Verona, ma questi concetti valgono in condizioni normali, ora no, ti ripeto che ora siamo all’anticamera della morte del calcio se non si riparte».

Altro che mercato creativo allora. «Se ripartiamo potrà e dovrà essere creativo, ma se non ripartiamo tutto resterà in sospeso».

Cosa vuoi dire? «Vivendo nell’incertezza di quando potremo ripartire, tutto sarà cristallizzato, e tante squadre rimarranno come sono».

Della serie: è come se il mercato non si facesse? «Di sicuro farebbe fatica anche a partire, su quali valutazioni le società potrebbero farlo se non si gioca da fine febbraio. Un altro conto è se il campionato potesse ricominciare».

Ecco, a quel punto sarebbe manna dal cielo? «No, sarebbe ugualmente con pochi soldi, ma facendo scambi e avendo idee quanto meno gli operatori chiuderebbero affari con reciproca soddisfazione. Già sarebbe importante, anche perché…».

Anche perché? «Se non dovessimo ripartire, anche a livello internazionale sarebbe un disastro totale, perderemmo competitività e vivremmo una recessione calcistica tremenda».

A cura di Claudio Benforti (CdS)

 

 

 

 

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