Giorgio Perinetti, 69 anni, è uno dei più grandi talent scout del calcio italiano, un vero e proprio scopritore di talento ed “uomo mercato”. Ex ds di Roma, Juve e Napoli. Ultimo incarico in questa stagione al Genoa…
Giorgio grazie, ti saluto, volendo farti una domanda sul mercato. «Scusami per lo sfogo, ma quello che sta succedendo attorno al calcio è vergognoso. Tu pensa che sono pronti a riaprire i teatri e il calcio non lo fanno giocare neanche a porte chiuse? Ma cosa volevi chiedermi?».
Ascolta: prendiamo un giocatore x, magari Orsolini che è molto corteggiato: fino a che punto la sua valutazione è figlia dello spessore della squadra in cui gioca? «È evidente che un club che gioca per l’Europa o addirittura per vincere lo scudetto fa lievitare anche la quotazione dei singoli, i risultati della squadra finiscono inevitabilmente per portare attenzioni anche su ciascun calciatore. Più la squadra è importante e più il singolo diventa importante. Ma non ho capito, dove vuoi arrivare?».
Su quella che è la percentuale in più del valore del giocatore alla luce della squadra in cui gioca? «Siamo sul 15%, forse anche 20%. E’ evidente che l’Inter, la Juve, la Lazio, e anche la stessa Atalanta, per quello che è il loro spessore possono permettersi di essere botteghe più costose rispetto al Bologna, al Parma e al Verona, ma questi concetti valgono in condizioni normali, ora no, ti ripeto che ora siamo all’anticamera della morte del calcio se non si riparte».
Altro che mercato creativo allora. «Se ripartiamo potrà e dovrà essere creativo, ma se non ripartiamo tutto resterà in sospeso».
Cosa vuoi dire? «Vivendo nell’incertezza di quando potremo ripartire, tutto sarà cristallizzato, e tante squadre rimarranno come sono».
Della serie: è come se il mercato non si facesse? «Di sicuro farebbe fatica anche a partire, su quali valutazioni le società potrebbero farlo se non si gioca da fine febbraio. Un altro conto è se il campionato potesse ricominciare».
Ecco, a quel punto sarebbe manna dal cielo? «No, sarebbe ugualmente con pochi soldi, ma facendo scambi e avendo idee quanto meno gli operatori chiuderebbero affari con reciproca soddisfazione. Già sarebbe importante, anche perché…».
Anche perché? «Se non dovessimo ripartire, anche a livello internazionale sarebbe un disastro totale, perderemmo competitività e vivremmo una recessione calcistica tremenda».
A cura di Claudio Benforti (CdS)