Il retroscena Diego che racconta un’operazione mercato fatta in campo

Maradona: “Così convinsi Giordano ad accettare il Napoli"

Dunque, succedeva anche questo (e semmai può darsi càpiti ancora, ma lo scopriremo solo tra una trentina d’anni), durante una partita. E la scena, nella sua comicità, è divertente, non induce neppure a cattivi pensieri: ma mettete un Napoli-Lazio qualsiasi di metà degli anni ‘80, prim’ancora che lo scudetto atterrasse al San Paolo, e sistemateci dentro Diego Armando Maradona e Bruno Giordano. Fate caso che siate presi, completamente, dall’evoluzione di quella sfida, e immaginate che sia impossibile per voi rendervi conto di cosa accada in campo, di quello che si dicano tra di loro i giocatori: «Io ad ogni calcio d’angolo mi avvicinavo a Giordano e gli dicevo: devi venire da noi, al Napoli». La partita in questione dev’essere quella dell’Olimpico, alla quinta giornata d’andata dell’84-85, perché al ritorno, nel 4-0 del Napoli, manca uno degli interpreti, Bruno Giordano, che non sta neanche in panchina: ma dopo trentacinque anni ci si può confondere su data e luogo e non certo sul particolare che Sua Maestà ha svelato ad Olè, in Argentina, per sottolineare quanto fosse gigantesca la sua stima nei confronti del centravanti della Lazio, insidiato da vicino e ripetutamente per tentare di convincerlo a piegarsi al fascino di giocare con il Napoli. «E ogni volta che c’era un pallone nei pressi della bandierina, per battere il corner, io tornavo alla carica ed insistevo: devi venire al Napoli. E lui: ma che sei matto? Mi uccidono se me ne vado da qui».  

UN PIBE MANAGER. Fu una «trattativa» (le virgolette, please) vera e propria che Maradona ha portato avanti inventandosi anche il ruolo del manager in campo, perché in quel momento lui ci ha provato a demolire le resistenze di quell’attaccante che gli era entrato nel cuore e che lo aveva conquistato tecnicamente: «Andavo avanti così, anche sulle punizioni. Tornavo e replicavo: dimmi quanto guadagni, lo riferisco a Ferlaino. Ti offrirà un contratto migliore. E lui replicava allo stesso modo: sei matto!». O, forse, no.

E COSI’ ANDO‘. Però quel pressing o semplicemenbte quella dichiarazione d’amore calcistico deve avere avuto il suo effetto. Bruno Giordano arriva a Napoli nell’estate dell’85, pagato cinque miliardi di lire (una bella somma, a quei tempi, anzi una cifra rispettabilissima). Uno scudetto, una coppa Italia e poi soprattutto l’incoronazione di Maradona, che non ha mai smesso di sottolinearlo: «Il calciatore italiano più forte con il quale ho giocato è stato Bruno Giordano». Lo conquistò (anche lui) con discrezione in un angolo (di uno stadio). Cose da Maradona.

A cura di Antonio Giordano (CdS)

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