Gli intoccabili del Napoli
Qualcosa bisogna pur fare, pure questo è smart working, e tra una cosa e l’altra – spostandosi adesso per l’allenamento individuale a Castel Volturno – ci sta di mettere a posto tra i pensieri scapigliati. Il calcio è un gioco ma anche un’azienda, ha bisogno di idee sulle quali applicarsi affinché prenda forma il «Progetto», che sembrerà una parola vuota, e a volte lo è, ma che a Napoli esiste, da sedici anni e segue direttrici tracciate e poi inseguite nel tempo. Quando il pallone tornerà a rotolare, bisognerà sapere cosa fare e come farlo, inserendo all’interno di questa filosofia le variabili impazzite che non sono catalogabili: non si sa cosa sarà di Koulibaly, né di Allan e di Lozano, forse persino di Meret e di Elmas e non ci sono garanzie che intorno a chi ha un proprio pubblico di ammiratori non si scatenino interessi incontrollabili. Meret, ad esempio, è un pilastro, rientra in quella generazione che può scatenare un interesse anche «esagerato» e la sua posizione, in presenza di offerte, andrà valutata con attenzione, perché un talento del genere ha il diritto – non solo anagrafico – di rientrare nell’elenco degli incedibili. Per ora, tra gli intoccabili, c’è almeno una mezza dozzina (tra i titolari), che viene rinchiusa come dentro un caveau. Perché l’oro non perde mai di valore, neanche tecnico.
A cura di Antonio Giordano [CdS]