Nei prossimi giorni il calcio e i suoi tanti interrogativi scioglieranno qualsiasi tipo di dubbio sul tornare o meno all’attività agonistica. Il comitato scientifico saprà dare le giuste risposte, con la salute al centro di tutto. Di questo ma anche sul momento di Genoa e Napoli, ilnapolionline.com ha intervistato Claudio Onofri.
In attesa di tornare alla vita di tutti i giorni, dalla Liguria arriva un messaggio splendido con la ricostruzione del Ponte Morandi. “Devo essere sincero, mi ha fatto piacere che in pochi mesi sia stato ricostruito il Ponte Morandi. Il merito va ovviamente alle Istituzioni e alle persone che hanno portato a termine il lavoro. Ovviamente ancora sono addolorato per le 43 vittime che persero la vita sotto il Ponte Morandi, ma anche dei deceduti della pandemia Covid-19. L’auspicio è di tornare alla vita di prima, ma per farlo bisogna che la gente continui a rispettare le norme”.
A proposito del Covid-19 splendido segnale da parte dei cittadini che stanno rispettando le regole. Cosa ti senti di dire in proposito? “E’ la conferma che in Italia, quando c’è da stringere i denti e lottare tutti insieme, noi possiamo dare segnali di compattezza. Sappiamo che sarà una battaglia non facile da portare a termine, però se si dovesse continuare su questa strada, potremo tornare alla vita di tutti i giorni”.
Invece sul momento del calcio, quali sono le tue sensazioni sulla ripresa o meno dell’attività agonistica? “Il calcio giocato ci manca e tanto, però è chiaro che la salute viene prima e continuo a pensarla alla stessa maniera. Purtroppo sul nostro movimento sento tanta demagogia, sui troppi soldi che guadagno i calciatori, oppure che è solo un passatempo. Il calcio è la terza industria del paese, avrebbe bisogno di tornare a rotolare il pallone, anche perché uno stop definitivo, sarebbe un problema non solo per la serie A ma anche per le altre categorie. Mi auguro che si possa ritornare all’attività agonistica, per il bene del nostro sport, però la parola spetterà alle persone competenti perciò si naviga a vista”.
Tu segui tra le altre squadre il Genoa che prima della sosta si stava riprendendo anche per merito degli ex Napoli Pandev e Behrami. Cosa ne pensi in merito? “Dopo la passata stagione che il Genoa si era salvato proprio in extremis assieme alla Fiorentina, il presidente Preziosi aveva allestito una squadra che doveva avere un altro tipo di rendimento. C’è stato il cambio dell’allenatore ed è arrivato Thiago Motta, lui diventerà in futuro bravo come tecnico ed è una splendida persona, ma forse non era arrivato al momento giusto al Genoa. Invece mister Nicola ha ridato equilibrio e certezze alla squadra, l’esperienza di Pandev e Behrami, hanno fatto il resto. Sono contento per Davide (Nicola), che abbia riportato la squadra in linea di galleggiamento. In attesa di tornare di nuovo in campo, è un buon punto di partenza, per raggiungere la salvezza, obiettivo stagionale della società rossoblu”.
Infine ti vorrei chiedere di Lozano, secondo te il suo rendimento non del tutto soddisfacente a cos’è dovuto. Motivi tattici, tecnici o di ambientamento con la città di Napoli? “Devo dirti la verità, sono sorpreso del suo rendimento, non pensavo che facesse così tanta fatica. Lozano lo conosco sin dai tempi del Pachuca, e sin dal primo momento mi fece un’impressione positiva. Per me ha tutto per poter far bene, probabilmente passare da una nazione all’altra, non è facile a livello psicologico per qualsiasi giocatore. Il messicano è perfetto per il 4-3-3, non so se in futuro Gattuso dovesse proseguire con questo modulo, però a mio avviso farebbe la differenza. Lui può fare l’esterno, ma anche altri ruoli dell’attacco, perciò se io fossi nel Napoli, lo farei restare per dargli l’occasione di riscattarsi da questa prima stagione non del tutto brillante”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco
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