Nel corso della rubrica the social Meeting sono intervenute il portiere dell’Hellas Verona Women’s Camilla Forcinella e la giovane ciclista della Racconigi Cycling team Matilde Vitillo.
“A casa? Giorni particolari, non è la normalità e ovviamente non è divertente, però se continuiamo così spero si sblocchi presto la situazione. Gli allenamenti? Mi incontro un paio di volte a settimana in videochiamata con la squadra, insieme il tempo passa più velocemente, ma è diverso rispetto ad allenarsi veramente insieme. Come ho iniziato a correre? Io ho cominciato a 8 anni e in realtà il primo approccio non è stato positivo: prima facevo danza classica e il mondo del ciclismo era diverso. Ho comunque preso la scia dei fratelli, quindi dopo qualche mese ho iniziato anche io a correre. Scuola? Frequento il liceo classico e non è facilissimo conciliare le due cose, ma in qualche modo si riesce sempre a fare, anche parlando con preparatori o team manager. L’emozione del podio? L’emozione più forte è stata alla vittoria dell’europeo. Il Mondiale vinto con il quartetto è certamente un premio più ambito, ma anche la sensazione di vincere individualmente è qualcosa di veramente forte. Quando sei sul podio e ti mettono la medaglia al collo è qualcosa di speciale. E lo era ancora di più sapere che erano vicine a me sia le persone che mi guardavano da casa, sia quelle che erano venute fino in Belgio per me. Ovviamente io, quando sono salita sul podio e ho sentito l’Inno d’Italia che riecheggiava in tutto il velodromo sono scoppiata a piangere in maniera assurda… veramente bellissimo. Il 15 agosto 2019? Quel giorno vincemmo il Mondiale a squadre. Eravamo in finale con la Nuova Zelanda. Arrivammo al traguardo proprio nello stesso istante, quindi non si sapeva chi avesse vinto e nessuno, nemmeno sugli spalti del velodromo, sapeva se esultare o meno. Qualche istante dopo è comparso sul tabellone che avevamo vinto di 7 millesimi di secondo! Gli italiani lì sono esplosi. Ciclista a cui mi ispiro? Non ho mai avuto un idolo, ho seguito solo la mia strada. Letizia Paternoster? Mi piacerebbe un giorno poter correre con lei, perché significherebbe aver raggiunto i grandissimi livelli a cui è lei, inoltre è anche una ragazza bellissima“.
CAMILLA FORCINELLA – HELLAS VERONA WOMEN
“Come trascorro questi giorni? Studio, dato che entrambe abbiamo la maturità quest’anno! Poi mi alleno, assieme a tutta la squadra, con i programmi del nostro preparatore atletico (Prof Bellini, ndr). Diciamo virtualmente ma insieme. Come ho iniziato a giocare? Ho cominciato tardi, prima ho fatto altri sport prima come basket, pallavolo, ippica e nuoto. Ho iniziato a giocare a calcio nel parchetto con mio fratello: da piccola ero terzino, poi ci ho ripensato perché si correva troppo. Conciliare scuola e sport? È un po’ difficile: alla mattina mi dedico alla scuola, studio anche in treno alla mattina e la sera a casa, mentre il pomeriggio mi alleno con il club. La mia vittoria più bella? Quella dell’anno scorso nel derby con il Valpo. Abbiamo vinto 1-0: ci giocavamo sia il derby, sentitissimo, che la salvezza. Era una guerra. Siamo riuscite a vincere grazie a un gol di Veronica Pasini sotto l’incrocio. Una partita piena di emozioni ed è stata la più significati per me. Le mie partite con la Nazionale? Ho ricevuto la prima convocazione in Under 17 a sedici anni, allora non mi rendevo neanche conto di cosa volesse dire rappresentare il proprio paese. Quello che non è cambiato è ciò che sento quando parte l’inno, chiudo gli occhi e sento il cuore battere a mille. L’attaccante contro cui mi piace giocare? In Italia ce ne sono veramente tante di brave, ma la più forte è Bonetti: lei qualche anno fa giocava al Verona per cui, anche se ero molto piccola, mi piaceva tantissimo averla contro nelle partitine. È una giocatrice imprevedibile, puoi studiarla quanto vuoi ma poi ti sorprende sempre. Portiere a cui mi ispiro? Stéphanie Öhrström, io la considero come una sorella maggiore. Quando sono venuta qua a Verona lei era il portiere della prima squadra. Mi ha preso sotto la sua ala e mi ha fatto sentire il suo sostegno. Ora quando la rivedo, che giochiamo contro, mi scappa anche una lacrima ma non glielo dico mai. A fine partita, l’ultima volta, è venuta a dirmi che ero migliorata. Per me è bello sentirsi dire da lei, che è un portiere fortissimo, che va in Champions League, che ho delle qualità“.
La Redazione