La scure della Procura di Bari contro i pirati dei giornali. Sono almeno 17 i canali Telegram sequestrati ieri. Si tratta chat automatizzate che, attraverso la piattaforma di messaggistica istantanea simile a WhatsApp, condividevano migliaia di copie di quotidiani, riviste e libri. Prassi che secondo la Federazione Italiana Editori Giornali causerebbe un danno di 670 mila euro al giorno contribuendo alla crisi del settore. Proprio per questo la Guardia di Finanza ha eseguito il sequestro preventivo di urgenza, disposto per i reati di riciclaggio – prima volta in assoluto – ricettazione, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, furto e violazione della legge sul diritto d’autore. Le accuse sono rivolte ai gestori dei canali che però, come fa sapere la Procura, sono ancora «in corso di identificazione».
L’app dei fratelli russi Nikolaj e Pavel Durov è infatti sviluppata dalla Telegram LLC, società con sede a Dubai che protegge i dati e la privacy dei suoi utenti rendendo non «identificabili gli amministratori dei singoli canali». In pratica potrebbe essere impossibile risalire alle persone che «introducendosi nei sistemi informatici di numerose società editrici di riviste, giornali e libri protetti da misure di sicurezza» non solo hanno sottratto migliaia di file in formato Pdf. Ma li hanno anche riversati «illecitamente su numerosi canali della piattaforma». Una situazione che il 10 aprile scorso proprio la Fieg aveva denunciato all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom). Dando il là all’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Roberto Rossi. Fonte: Il Mattino