Il sindacato prende posizione contro le scelte del governo
L’AIC ora va all’attacco «CALCIATORI DISCRIMINATI». La mancata ripresa degli allenamenti viene considerata «illogica e rischiosa per la salute degli atleti in vista della ripresa».
Da privilegiati a discriminati il passaggio può anche essere breve. Così, se i calciatori non volevano passare per i primi. Avendo comodamente a disposizione i tamponi a differenza del resto della popolazione, non vogliono nemmeno finire tra i secondi. Ovvero costretti ancora ad allenarsi a casa, con l’unica colpa di essere atleti di sport di squadra. Mentre i “colleghi” delle discipline individuali, dal 4 maggio, potranno tornare a fare il loro lavoro nei centri sportivi. La presa di posizione, già trapelata peraltro dalle parole prima di Parolo e poi di Acerbi, è il risultato del direttivo Aic andato in scena ieri pomeriggio.
DISCRIMINANTE E ILLOGICO
Dito puntato contro il prossimo Decreto, quindi, con l’Assocalciatori che «manifesta le proprie perplessità. Nonché la sorpresa, in merito alla decisione del Governo sulla modalità di ripartenza dello sport italiano – si legge nella nota -. Si ritiene, infatti, discriminatoria, prima ancora che illogica, l’idea di far riprendere l‘attività negli impianti sportivi ai tesserati di discipline sportive individuali e non consentire ai calciatori professionisti. Così come ad altri atleti tesserati per discipline di squadra, lo svolgimento di allenamenti in forma individuale nei centri sportivi. Come peraltro già consentito nel mese di marzo 2020».
In serata c’è anche stata una telefonata tra Tommasi e Spadafora, con quest’ultimo che ha provato a spiegare come «non ci fosse altra scelta rispetto alla differenziazione nella ripresa degli allenamenti tra sport individuali e sport di squadra», a causa delle indicazioni stringenti del comitato tecnico scientifico. Secondo il quale gli sport di squadra prevedono lo spostamento di un maggior numero di persone.
A questo punto è difficile che possa esserci un cambio di rotta, via libera anche per gli atleti degli sport di squadra per gli allenamenti individuali già dal 4 maggio come auspicato dall’Aic. «Rimane l’auspicio di un pronto intervento del Governo utile ad eliminare le evidenti distorsioni che deriveranno dalla applicazione delle norme contenute nel Decreto del 26 aprile».
Sul tavolo, peraltro, rimane anche un avvertimento: «La norma rischia di produrre un aggravamento e non il contenimento del rischio. Per il lavoratore sportivo la fase di riatletizzazione dopo questo stop obbligato è un passaggio necessario e utile anche ad evitare infortuni e per essere pronti per iniziare il 18 maggio gli allenamenti di gruppo. Non v’è chi non veda come sia sicuramente più pericoloso fare attività individuale nelle zone cittadine e su superficie inidonee». Fonte: CdS