La Salernitana richiama Di Tacchio. Il capitano: «Ma a casa mia nessun party»
«Di Tacchio è stato il primo a mortificarsi e a scusarsi con i carabinieri per la superficialità avuta. Sa bene che non poteva e non doveva vedersi con altre persone. Però ci tengo a precisare che non era un party, perché di questi tempi c’è poco da festeggiare e che gli altri partecipanti erano colui con cui divide l’appartamento e altre tre persone che abitano nello stesso stabile. Non poteva farlo, è vero, ma ci tengo a precisarlo che si è trattato solo di un saluto in un giorno speciale tra compagni di squadra. Nessuna festicciola». Il procuratore Mario Giuffredi commenta l’episodio che ha portato alla sanzione di Di Tacchio, suo assistito, capitano della Salernitana, per aver violato assieme ad altri compagni le misure di restrizione.
E il giorno dopo anche la Salernitana emette una nota in cui «stigmatizza il comportamento di alcuni suoi tesserati, che incautamente, la scorsa settimana, si sono ritrovati a casa del capitano Francesco Di Tacchio per festeggiare il compleanno di quest’ultimo, vivendo nello stesso stabile. È stato un peccato di leggerezza, che non ha giustificazioni in un momento in cui a tutti gli italiani viene chiesto di stare a casa e di rispettare le distanze sociali. La società ha già provveduto a richiamare i propri tesserati, che tuttavia in tante altre circostanze hanno dato prova di rigore morale e senso di responsabilità». Fonte: Il Mattino