Per la ripresa del 18 bisogna riscrivere norme che diano garanzie per poter evitare ogni problema con tutti gli atleti. E dal 3 maggio partono le fatture-ossigeno dei diritti tv. Soldi e sicurezza: la morsa.
Ieri, il Presidente Giuseppe Conte ha risolto in extremis una questione che si stava infiammando. Il ritorno agli allenamenti e il via al campionato era diventato un pericoloso gioco del cerino. Chi si sarebbe bruciato le dita? Per ora nessuno. Ma se l’Italia riapre, le bruciature nella politica sportiva sono ancora un rischio.
La questione del protocollo medico e operativo con il quale ricominciare l’attività è stata scavalcata fissando la data del 18 per la ripresa delle attività di squadra, ma il percorso continua a essere scivoloso, dopo la bocciatura (in sede di tavolo tecnico) del protocollo della Figc.
Dal 4 maggio allenamenti individuali con utilizzo sui generis delle strutture sportive delle società. Ma come si farà dal giorno 18 maggio? O forse anche dal 4 quando comunque atleti professionisti saranno chiamati dai rappresentanti del proprio datore di lavoro (medici, allenatori, preparatori atletici) a effettuare “turni di lavoro” che prevedono sessioni individuali di training, ma sempre nell’ambito della propria attività lavorativa? Per la riapertura delle attività manifatturiere e per i cantieri, Giuseppe Conte ha esplicitamente parlato di protocolli di lavoro ai quali hanno lavorato in queste notti sindacati e organizzazioni dell’impresa. Fonte: CdS