Pablito Rossi: “Voglio che il calcio riparta, ma che lo faccia in sicurezza”

«Gli eroi d’Italia sono i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari, i volontari, tutti quelli che sono a stretto contatto con i pazienti. La loro è una missione, un qualcosa che senti dentro e che fai con il cuore», dice Paolo Rossi, il simbolo dell’Italia che vinse nel 1982 il campionato del mondo in Spagna.

«Quel successo fu un qualcosa di molto positivo legato alla bandiera, al senso di appartenenza all’Italia, in questi giorni drammatici ho rivisto in tv qualche partita di quel Mondiale. Speriamo possa riaccendersi al più presto in tutti noi la speranza e che si possa finalmente vedere la luce in fondo al tunnel».

La ripresa sembra ora finalmente più vicina. «Stiamo vivendo un periodo drammatico, il numero di morti è terrificante, una tragedia. Dal punto di vista economico tutte le aziende sono in sofferenza, davvero la speranza è che possa finire questo incubo e cominciare la ripresa sia pure cauta con la fase due. Bisognerà farlo appena sarà possibile continuando a rispettare le regole in modo da evitare problemi futuri: gli italiani hanno risposto alla grande restando a casa e sarà importante attenersi alle normative quando si riaprirà al lavoro».

Si discute in questi giorni anche sulla ripartenza del calcio: ora l’ipotesi è che a metà giugno possa riprendere il campionato. «Per il calcio come per tutti gli altri settori viene giustamente valutato prima di tutto l’aspetto sanitario. È fondamentale che riparta e io sono tra quelli che la pensa così. Però bisognerà ricominciare quando ci saranno tutte le garanzie per poterlo fare, quindici giorni prima o dopo non cambia niente. L’importante sarà riprendere con il ritorno delle squadre nei centri sportivi e concludere la stagione. E di ripartenza vera e propria potremo parlare soltanto quando riprenderanno gli allenamenti di gruppo perché il calcio è uno sport di squadra».

Se il campionato ripartisse per concludersi entro il 3 agosto si giocherebbero tante partite ravvicinate: cosa potrà cambiare nel rendimento delle squadre? «Ripeto, la cosa importante sarebbe innanzitutto ripartire, certo sarebbe auspicabile chiudere tutto a inizio agosto anche per non gravare sulla stagione successiva. Non sarà facile entrare subito in forma quando stai fermo tanto tempo. E all’inizio potrebbe esserci anche il rischio infortuni, una situazione anomala alla quale ci si dovrà adattare. Poi bisognerà verificare chi riuscirà ad abituarsi prima a ripartire a cento all’ora a sostenere le partite ravvicinate, questa rappresenta un’incognita per tutte».

Sarà un calcio per un bel po’ a porte chiuse. «Per poter ripartire è necessario farlo senza pubblico. Speriamo poi che quanto prima possano tornare i tifosi, un contorno fondamentale: il calcio è proprio il piacere di stare insieme negli stadi, il coinvolgimento della gente».

Anche l’Uefa ha ribadito di voler portare a termine le coppe europee e la Champions sarà condensata in poche settimane ad agosto: cosa potrà cambiare? «Vale lo stesso discorso dei campionati: è una situazione di emergenza, totalmente anomala. La Champions va finita, come l’Europa League: sarà una cosa strana ma le regole saranno uguali per tutte e tutte partiranno sullo stesso piano. E alla fine sul campo vince sempre chi è più forte delle altre, sarà così anche stavolta».

Fonte: Il Mattino

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