Sin dal suo arrivo Marino ha fatto capire di non poter fare a meno di lui. Le sue accelerazioni, i suoi dribbling e i suoi gol, hanno permesso all’Empoli di rimettersi in carreggiata e raddrizzare una stagione che sembra compromessa. Se gli azzurri sono tornati a sognare la Serie A il merito è anche di Gennaro Tutino, intervistato dal CdS, esterno classe 1996 arrivato dal Verona (ma è di proprietà del Napoli) e pronto a guidare lo sprint finale verso i playoff.
Partiamo dall’attualità e da questa lunga quarantena che costringe tutti in casa. Come la stai affrontando? «È un periodo particolare, per un calciatore non è facile rimanere lontano dal campo, non vivere lo spogliatoio, giocare le partite. L’unica cosa da fare è cercare di tenersi impegnati, continuando a lavorare, anche se da casa, come stiamo facendo. L’Empoli ci è stato vicino in queste settimane, ci ha messo a disposizione tutto il possibile per lavorare al meglio. Abbiamo avuto anche il tempo riflettere e concentrarsi su cose che prima, per più motivi non era possibile fare, oltre che poter stare maggiormente con le nostre famiglie.
Una ripresa sembra sempre più vicina, quanto tempo servirà a voi calciatori per ritrovare una condizione fisica ottimale? «Noi come Empoli ci siamo tenuti in forma lavorando da casa e non fermandoci. Penso che tre settimane di allenamento siano un periodo sufficiente per tornare in condizione, ma sarà fondamentale anche il fattore mentale, con la testa che dovrà riattivarsi velocemente per tornare a pensare alla gara e al campo».
Proviamo a parlare di calcio giocato e di questa tua nuova avventura all’Empoli: Marino ti affidato un ruolo da protagonista e sei stato subito decisivo. Com’è stato l’impatto con il nuovo ambiente? «Ho scelto di venire ad Empoli perché sapevo di arrivare in una grande società e in una squadra di valore che non meritava la classifica che aveva. Mi sono trovato subito bene, mi sono sentito a casa e in famiglia e non nascondo che sarei felicissimo di proseguire il mio percorso qui. Marino? Ci ha dato una grande scossa, ci ha trasmesso serenità e le giuste motivazioni: con lui stavamo facendo un grandissimo campionato, adesso speriamo di poter riprendere il percorso».
Subito prima dell’Empoli c’è stata l’esperienza con il Verona. Non hai avuto molto spazio ma hai potuto esordire in A: che emozione è stata? «L’esordio in A è stata una sensazione bellissima, un qualcosa che mi porterò dentro per sempre. A Verona ho imparato molto, grazie anche ad un grande allenatore come Juric, forse però non sono a sfruttare appieno le occasioni che mi sono capitate. Non rimpiango niente, ho avuto modo di crescere e capire quanto la Serie A sia di altissimo livello e come si debba sempre, sia in allenamento che in partita, dare il massimo per poter competere con grandi campioni».
Fino ad oggi la tua carriera è un lungo girovagare in tante piazze importanti. Sei soddisfatto del tuo percorso? «Personalmente sono soddisfatto quando riesco a fare quello di cui sono capace. Il presente dice che oggi sono ad Empoli, felice di essere qui e lavoro duramente per migliorare e raggiungere i miei obiettivi. Come per ogni calciatore il sogno è la Serie A, continuerò a lavorare giorno dopo giorno, dando sempre il massimo e facendo di tutto per farcela. Sono felice del percorso fatto, è stata una continua crescita e spero che questa prosegua anche in futuro».
Qual è stato che più ti ha ispirato nella tua crescita professionale? «Sono cresciuto con Ronaldo, Messi, Henry, Ronaldinho e Cristiano Ronaldo, tutti grandi campioni che ammiravo quando ero piccolo. Se devo sceglierne uno dico Ronaldo il fenomeno, per le movenze e per quello che poteva fare, per me uno dei più forti mai esistiti».
Il compagno più forte con cui hai mai giocato? E invece l’avversario che ti ha impressionato di più? «Dico Okereke, con me a Cosenza e oggi al Brugge, e Castrovilli, con cui ho giocato a Bari. Se parliamo di difensori che mi hanno impressionato penso ad Alessio Romagnoli: nelle giovanili abbiamo giocato tante volte contro e già si vedeva che sarebbe arrivato in alto. L’ho ritrovato quest’anno nella sfida con il Milan e ha confermato le mie sensazioni: è di un altro livello».
La Redazione