Premier League: In attesa della ripresa si pensa di giocare a Birmingham

OGNI TRE GIORNI

Facendo due conti, tra il 13 giugno e il 31 luglio, ci sono 49 giorni, ovvero sette settimane. Per il campionato servono 10 date: nove per i turni rimasti più uno per le due gare da recuperare. Per la Coppa d’Inghilterra invece ne servono tre (a patto che si accetti di giocare i quarti di finale in gara secca, senza ripetizione, cosa che appare scontata al momento). Tredici date utili significa giocare ogni tre giorni per starci dentro al pelo.

Senza allenarsi. Ma in un certo senso, la Premier League sta lavorando all’incontrario: fissando il ritorno in campo senza essere in grado, al momento, di fissare il ritorno agli allenamenti. Per il momento non si fa nulla. Le restrizioni attuali sull’intero Paese dureranno almeno fino al 7 maggio. Poi, si vedrà. E resta tutto da vedere se tra coloro che potranno tornare a lavorare vi saranno pure i calciatori. La Premier League ammette che difficilmente saranno tra i primi a tornare e quindi si ipotizza un rientro a metà maggio o forse intorno al 20. Anche qui, però, bisogna procedere con cautela. Se in Italia si è già espresso il comitato medico della federcalcio, in Inghilterra si è ancora a livello di proposte.

Tamponi per tutti, certo, anche se da queste parti sono difficilmente reperibili: nel Regno Unito se ne fanno circa 15 mila al giorno, un quarto rispetto all’Italia. Poi vi è il discorso di dove giocare. Porte chiuse, ovviamente, ma una proposta prevede di concentrare tutte le squadre in un’unica zona, probabilmente vicino a Birmingham, dove sorge il centro federale della Football Association. E vi è sempre il bubbone dei contratti in scadenza il 30 giugno. Finora i club non lo hanno affrontato, si punta su accordi individuali, società per società. Fonte: CdS

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