Ciro Ferrara: “C’è voglia da parte di tutti che si possa tornare a una certa normalità”

La maglia che gli regalò Maradona dopo l’amichevole giocata dall’Italia contro l’Argentina il 10 giugno 1987 a Zurigo: Ciro Ferrara, intervistato da “il Mattino”, che sta trascorrendo questo periodo in casa a Torino, l’ha donata per l’asta solidale on line promossa dalla «Fondazione Cannavaro Ferrara» a favore delle famiglie bisognose di Napoli in emergenza per il coronavirus (la campagna su CharityStars sarà attiva fino a venerdì e il link è www.charitystars.com/JeStoVicinoaTe). «La maglia di Diego la conservo da 33 anni, rappresenta un ricordo bellissimo, una cosa alla quale tengo tantissimo e ho deciso di donarla per quest’iniziativa: esordivo in Nazionale e lo facevo contro un compagno di squadra, un amico, che mi ha fatto molto piacere mi abbia risposto in questi giorni. Altre maglie storiche le hanno regalate Fabio e Paolo Cannavaro e tanti calciatori ed ex calciatori napoletani che hanno aderito con grande entusiasmo».

Come è nata l’idea? «Con Fabio la Fondazione opera sul territorio ormai da diversi anni, in questa circostanza ci è sembrato giusto dare un ulteriore supporto alla popolazione napoletana: ci siamo chiesti in quest’emergenza che tutti vivono quale era la cosa più impellente di cui c’era bisogno e abbiamo ritenuto di acquistare beni di prima necessità per le famiglie bisognose con il ricavato di quest’asta di magliette che per ognuno di noi rappresentano un pezzo di storia».

Il calcio comincia a vedere la luce in fondo al tunnel: quanto ritiene importante la ripresa del campionato? «Mi auguro che la luce in fondo al tunnel si riesca a vedere quanto prima tenendo presente ovviamente che al primo posto c’è la salute. Per me è giusto riprendere i campionati e portarli a termine sul campo ma ciò dovrà avvenire solo quando ce ne sarà la possibilità e con le massime precauzioni. Importante è che si riesca a finire la stagione pur se lo si dovrà a fare a porte chiuse o se fosse necessario anche giocando solo in zone più sicure».

La speranza è che si possa ripartire a fine maggio: lei crede sarà possibile? «Se fosse possibile riprendere già a fine maggio si potrebbe portare a termine la stagione giocando a giugno e luglio: partendo con gli allenamenti a inizio maggio tre settimane di preparazione basteranno per tornare in condizione».

La ripresa del campionato potrebbe rappresentare un segnale importante verso il ritorno alla normalità? «Il calcio e lo sport in generale rappresentano passioni che possono permettere un minimo di distrazione dalla tragedia che stiamo vivendo in questo periodo: c’è voglia da parte di tutti che si possa tornare a una certa normalità. Anch’io in questi giorni sto riguardando vecchie partite in tv».

Per i calciatori si prevede una full immersion con tante partite ravvicinate: cosa potrà cambiare giocando ogni tre giorni? «Considerando l’emergenza è inevitabile che il calendario venga compresso, i calciatori ne sono consapevoli e comunque parliamo di grandi atleti che sono abituati a giocare ogni tre giorni».

Fronte taglio stipendi ai calciatori, che ne pensa? «In questo momento di difficoltà per tutti le società e i calciatori troveranno l’accordo».

Anche la Champions League dovrebbe essere chiusa ad agosto? «Anche in questo caso, come per il campionato, dico che sarà importante finirla questa Champions qualsiasi possa essere le formula: non si può pensare di chiuderla a metà».

Al Napoli tocca il ritorno con il Barcellona: impresa impossibile? «No, nel calcio nulla è impossibile. All’andata il portiere del Barcellona è stato determinante con alcune parate e c’è stato qualche errore sotto porta: il Napoli ha giocato una grande partita. Certo, se Messi è in giornata sarà dura ma gli azzurri hanno già dimostrato di riuscire a dare filo da torcere alle grandi squadre».

Da dove riparte il Napoli in campionato? «Dall’ultimo periodo prima dello stop, con Rino la squadra ha riacquistato fiducia e si è ricreato. La squadra azzurra stava bene anche da un punto di vista atletico e sarà importante alla ripresa riproporsi sugli stessi livelli».

E il futuro del Napoli dovrà essere con Gattuso? «Per me sì, Rino sta facendo molto bene. Non mette in campo solo una squadra aggressiva, non trasmette solo le sensazioni del suo grande passato da calciatore, ma idee importanti: è bravo da un punto di vista tecnico-tattico e per il modo in cui riesce a gestire il gruppo. Lo conosco bene, una persona fantastica, tante volte ci affrontammo da avversari: il periodo più bello che abbiamo condiviso fu il Mondiale 2006, quando io ero nello staff di Lippi, trascorremmo più di un mese insieme arrivando a un risultato straordinario e lui fu uno dei protagonisti assoluti». 

La Redazione

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