Nella prossima assemblea di lega, martedì in videoconferenza, i presidenti avranno modo di parlarne, mentre la posizione della Figc è abbastanza chiara: rispetto per i provvedimenti governativi, disponibilità a giocare dove sarà possibile pur di finire la stagione e richiesta alle autorità di far ripartire il calcio quando l’Italia si rimetterà in moto (oggi questa data è fissata al 4 maggio). Parliamo sempre di quella che viene definita “la terza industria del Paese”. L’Assocalciatori si è detta pronta a giocare al centro-sud: «È quello che diciamo da qualche settimana» ha dichiarato a Radio Punto Nuovo il vice presidente Calcagno, che poi a Radio Cusano ha ribadito: «Sarebbe importante ripartire perché vorrebbe dire che il Paese è tornato alla normalità. Ritiro permanente? È un’ipotesi, ma le squadre dovranno viaggiare per andare a fare le partite. Non possiamo immaginare di farle tutte nello stesso posto». L’idea del “piccolo mondiale” in 3-4 città sicure (si è parlato di Firenze, Napoli e Roma) resta comunque in piedi, con stadi sanificati a presenza super limitata (massimo 240 persone, calciatori inclusi) e controlli antidoping che avverranno con la consueta modalità (a fine partita e a sorpresa). Fonte: CdS