In diretta a ‘Punto Nuovo Sport Show’, in onda su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Alfio Giomi, presidente FIDAL: “Noi abbiamo fatto un programma di ipotesi di rientro, il 27 Marzo e presentato l’8 Aprile al Ministro. Siamo legati a ciò che deciderà il Governo, vista la situazione d’emergenza. Ma è compito di una Federazione farsi trovare pronti ad una riapertura e stiamo lavorano in questo modo, per poter riprendere l’attività. Abbiamo previsto 45 giorni di allenamenti per riprendere la condizioni ed a metà Giugno piccoli meeting provinciali, fino a riprendere l’attività. Ove non fosse possibile, ricominceremo più avanti, ma più avanti cominciamo, più sono le difficoltà. Non credo di aver detto nulla di stravolgente, questo vale per ogni attività, economicamente, ma anche dal punto di vista della salute nello sport. Messo in secondo piano? No, bisogna essere pragmatici. L’atletica va avanti per la propria strada, oggi come oggi è probabilmente la disciplina più avvantaggiata perché è individuale. In tutte le attività sportive in cui il confronto è tra persone o squadre, penso alla scherma, calcio, è tutto più complicato . Da noi, una volta rispettate le indicazioni, le istanze, i principi di sicurezza, ci sono grandi spazi per riprendere. L’atletica non si sente mai poco considerata o meno, è una disciplina delle Olimpiadi e deve ricavarsi i suoi spazi. Crediamo di aver dato grande dimostrazione di come il radicamento sul territorio ci fa essere pronti per la ripartenza. Il presidente Gravina è di grande spessore e qualità, avrà ben presente ciò che sono i suoi problemi, non do alcun giudizio. Dico solo che il calcio è in buone mani, ma ognuno ha le proprie problematiche e le affronta in maniera diversa. Mi sono più volte posto il problema di fare un incontro con le mie strutture per ripartire in un momento di tragedia epocale. Il rispetto per i morti prevede che ci sia la vita, che ognuno faccia la sua parte, che si studi come non fare morti. A volte ho fatto riunioni con la morte nel cuore, ma con la consapevolezza del dovere di andare avanti. Fare sport è anche stare meglio, in nome di questo dobbiamo continuare”.