Giovanni Trapattoni, 81 anni lo scorso 17 marzo. Una vita in panchina, grintoso e vincente. I suoi fischi e le sue invettive pare ancora di sentirli. L’ ex tecnico di Juve ed Inter, giusto per citarne qualcuna, ha rilasciato una bella intervista per il quotidiano Repubblica: “Resto tranquillo in casa, nel mio studio dove custodisco i ricordi: le coppe, le fotografie, i cimeli, ma soprattutto la collezione di musica classica. Ecco, ne sto ascoltando tantissima. E poi faccio le parole crociate, l’altra mia grande passione. Con mia moglie Paola guardiamo le fotografie. Poi, per fortuna hanno inventato le video-chiamate, così possiamo parlare con i nostri figli Alessandra e Alberto, con i nostri nipoti Edoardo e Riccardo e possiamo vedere il piccolo Davide, nato a luglio dell’anno scorso, quando sono diventato bisnonno: è il primato di cui più vado orgoglioso, auguro di cuore a tutti di arrivare a provare una gioia simile”.
Come vive questa situazione in Lombardia: “Non bisogna ragionare da lombardi o da europei, ma da esseri umani. E come essere umano devo dire che è molto dura. Sarà il caso di riflettere su questo consumismo sfrenato, anche se temo che prima o poi ritornerà. Per un cambiamento davvero radicale serviranno le nuove generazioni, quelle così attente al destino del pianeta. Sono credente, ho avuto una vita felice, ringrazio Dio per questo e davvero non chiedo altro. Nessun rimpianto, se non per gli amici che se ne sono andati. Dopo gli ottanta è come andare ai supplementari: questa è diventata la mia partita, e la gioco meglio che posso. Arrendersi, mai”.