Si riparte con i ritiri obbligatori, nei centri sportivi o negli hotel. Ma soprattutto a velocità diverse, prima la Serie A poi la B e la C. Perché, come ha ribadito Gravina anche ieri, «bisogna portare a termine i campionati in tutti i modi». Il calcio italiano sta pianificando nei minimi dettagli come rialzarsi. Sperando di poterlo fare dal 4 maggio, quando il governo dovrebbe dare il via libera alla ripresa degli allenamenti (occhio al rischio di proroga del lockdown fino al 15). Il primo obiettivo è quello di isolare le squadre da qualsiasi contatto esterno, di tenerle… in una bolla, per permettere ai giocatori, adeguatamente controllati e certamente negativi, di lavorare in un unico gruppo nell’arco di poco tempo. Se tutti saranno… virus free, i corpo a corpo nelle partitelle non saranno un problema.
La commissione medico-scientifica federale ieri ha presentato al presidente della Figc Gravina la prima parte del protocollo per la ripresa del calcio. Quella relativa agli allenamenti. Mancano ancora da sistemare alcuni aspetti, ma già all’inizio della prossima settimana, integrato con le indicazioni «sulle varie attività di allenamento e sull’organizzazione per l’impiego delle diverse strutture, compresa la sala medica e fisioterapica». Il documento sarà girato al governo, in particolare ai ministri Speranza e Spadafora, per essere approvato. Nei giorni successivi inizieranno i lavori della commissione sulla seconda parte del protocollo, quella relativa ai comportamenti da tenere negli stadi (ingressi separati per i “gruppi squadra” e arbitri dal resto delle persone) e negli spostamenti delle formazioni che andranno in trasferta. Fonte: CdS