La Federazione prova a ripartire: domani ci sarà la riunione della commissione medica per stilare il protocollo di sicurezza.
Oggi sarebbe potuto essere il giorno zero del calcio. O meglio quello del ritorno agli allenamenti. Molti presidenti di serie A, con in testa il laziale Lotito, hanno provato in tutti i modi a convincere il governo. E a dire il vero sul premier Conte erano riusciti a far breccia. Ma non è bastato. In questi giorni si sta lavorando per cercare di anticipare quel 4 maggio fissato dal Dpcm. L’obiettivo è quello di avere una deroga per far i test sierologici e le visite mediche dal 27 aprile. Obiettivo ambizioso. Certo come filtra da più parti il calcio avrebbe preferito più solidarietà dagli altri sport. E invece si è ritrovato a dover schivare diverse frecciate.
Anche le istituzioni non hanno proprio teso una mano. Anzi. «Il calcio è il primo a dover dare l’esempio» ripetevano a Palazzo Chigi. Ieri l’ennesimo altolà. Stavolta durante il consueto bollettino delle 18, Gianni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità e componente del comitato tecnico scientifica a domanda precisa sulla ripresa del campionato prima si è lasciato andare ad una battuta: «Io da romanista manderei tutto a monte».
Una boutade che ha alzato un vespaio di polemiche sui social e la risposta piccata del portavoce della Lazio, Diaconale. Rezza, poi tornando serio, ha sottolineato: «Se dovessi dare un parere tecnico non lo darei favorevole e credo che il Comitato tecnico scientifico sia d’accordo. Poi sarà la politica a decidere». Frase che ha trovato l’apprezzamento del presidente del Torino, Cairo. Fonte: Il Mattino