Giuntoli punta Felipe Anderson: Pregi e difetti dell’ex Lazio

ROMA – È cambiato Felipe Anderson da quando è al West Ham. Chissà se fosse rimasto ancora alla Lazio quale posizione avrebbe avuto in campo. Nato trequartista, trasformato seconda punta, oggi è un’ala vera, ruolo ricoperto anche in passato con la maglia biancoceleste. Felipe è finito nel mirino del Napoli, il ds Giuntoli lo ha inserito nella lista degli esterni per la prossima stagione che vede già nomi di Everton, Boga e Rashica.

Pregi e difetti

In Italia Felipe Anderson ha imparato ad essere concreto. Con la maglia della Lazio in totale ha collezionato 177 presenze, 34 reti e 37 assist. Un giocatore fondamentale per la Lazio di Pioli che centra la Champions League (senza superare i quarti) nel 2015, e allo stesso tempo un ragazzo che non è riuscito ad integrarsi alla perfezione nei primi meccanismi di gioco di Simone Inzaghi. La Lazio ha così fatto cassa, oggi tra giocatore-società-tifosi è comunque rimasto un bellissimo rapporto. I grandi mezzi tecnici e la sua qualità straordinaria spesso si sono scontrate con il suo carattere debole. Nel primo anno a Roma ha sofferto della classica saudade. Spesso si eclissava in campo, spariva dai radar, poi magari inventava la giocata.

Prima del suo addio ha anche litigato con Inzaghi. Al tecnico una volta non è andato giù l’atteggiamento in campo di Felipe chiamato in causa a metà ripresa. Eppure con la palla al piede e un minimo di spazio, diventava imprendibile. Al West Ham è oggi meno decisivo. Ha cambiato anche il numero di maglia: alla Lazio aveva il 10 (inizialmente il 7), in Inghilterra ora ha la 8. Meno incisivo davanti: 24 presenze, un solo gol e 5 assist. Il Napoli lo avrebbe messo nel mirino. Il prossimo 15 aprile compirà 27 anni, l’età giusta per scegliere definitivamente se diventare una vera star del calcio o un giocatore forte, ma forse incompiuto viste le sue interminabili qualità. Fonte: CdS

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