Nei dati aggregati 2010-18, il calcio professionistico tricolore ha totalizzato 66,94 milioni di posti “invenduti” contro i 12,51 milioni della Bundesliga (91% di capacità di riempimento). Ricavi a sei zeri lasciati sul terreno per incapacità gestionali del sistema nazionale nel suo complesso.
Il graduale “spopolamento” degli stadi, registrato negli ultimi nove anni, ha portato il nostro prodotto a vivere i ricavi da biglietteria come voce residuale (schiacciati soprattutto dai ricavi da diritti tv). Nell’ultima stagione monitorata da Figc-Arel (2017/18) questa percentuale si è attestata sul 10%. Solo gli “altri ricavi e proventi diversi (9%) ed i “contributi in conto esercizio” (1%) presentano dati inferiori.
Adesso questa tipologia di ricavi rischia, più di altre, di impattare negativamente sui conti dei club. Anche in caso di ripartenza è prevedibile una fase senza spettatori sugli spalti (lo stesso avverrà, purtroppo, nei primi mesi della nuova stagione). Questo influirà anche sull’indotto economico che ruota attorno ad un match: fornitura di servizi, aree ospitalità (anche se in questo segmento i club stanno studiando nuove formule più personalizzate per gli ospiti) e vendite del merchandising. Fonte: CdS