Molti presidenti stanno cercando di mettere i conti al sicuro

A metà pomeriggio l’accordo sulle percentuali dei tagli è stato celebrato come un evento storico visto che di decisioni prese all’unanimità in via Rosellini non se ne ricordano molte. Nel testo del comunicato diffuso si parla di richiamo da parte di tutti a «un atto di forte responsabilità, con i club pronti a fare la propria parte sostenendo ingenti perdite per garantire il futuro del calcio italiano» e «di perdite che necessariamente dovranno essere contenute incidendo sulla riduzione dei costi, la cui principale voce per le società è rappresentata dal monte salari». Poi il clou: «In linea con le azioni volte a diminuire il costo del lavoro adottate a livello nazionale e internazionale, la Lega Serie A ha deliberato oggi, all’unanimità con esclusione della Juventus che ha già raggiunto un accordo coi propri giocatori, una comune linea di indirizzo per contenere l’importo rappresentato dagli emolumenti di calciatori, allenatori e tesserati delle prime squadre. Questo indennizzo, necessario per salvaguardare il futuro dell’intero sistema calcistico italiano, prevede una riduzione pari a 1/3 della retribuzione totale annua lorda (ovvero 4 mensilità medie onnicomprensive) nel caso non si possa riprendere l’attività, e una riduzione di 1/6 della retribuzione totale annua lorda (ovvero 2 mensilità medie onnicomprensive) qualora si possano disputare nei prossimi mesi le restanti partite della stagione. Resta inteso che i club definiranno direttamente gli accordi con i propri tesserati». Molti presidenti hanno la sensazione che le difficoltà continueranno nel 2020-21 sottoforma di campagna abbonamenti e stadi chiusi (fino a Natale?) e stanno cercando di mettere in sicurezza ora i conti anche per il futuro. 

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