E’ polemica tra AIC e Lega Serie A: “Il sistema spende più di quello che può”

«Il settore calcio vivrà una situazione estremamente difficile, anche in caso di ripresa» della stagione sospesa. I presidenti della Serie A avevano bisogno di un documento per iniziare a tratta-re con i propri calciatori. E ieri, in assemblea, lo hanno ratificato. La Juventus si è defilata, perché quell’accordo per il taglio degli stipendi lo ha già in cassaforte. Ma poiché tutti hanno bisogno di un minimo di certezza finanziaria in questi giorni dove il buio è totale, ecco che arriva. Ai calciatori verrà, prima proposto e poi imposto, di decurtarsi per questa stagione travolta dal Coronavirus almeno un sesto del proprio ingaggio annuo.

Tradotto: due mensilità. Questo nel caso in cui torni un briciolo di sereno e si possa tornare in campo, a maggio o giugno. Nell’altra nefasta ipotesi, legata a una pandemia ancora in pieno corso con l’obbligo dello stop definitivo, la mannaia per i calciatori sarà di 4 mensilità omnicomprensive (dunque anche i premi), ovvero la riduzione di un terzo del totale annuo lordo. Anche se non esplicitato, è naturale che l’accordo riguarderà anche gli allenatori e i dirigenti di prima fascia. L’intesa tra i presidenti prevede adesso l’incontro con l’Aic.

Ma la bocciatura arriva prima dal vicepresidente Calcagno («È una proposta vergognosa e irricevibile») e poi dal presidente Tommasi: «Se le società di Serie A si devono trovare in assemblea per dire che non pagheranno gli stipendi, quando in realtà a tu per tu con i giocatori i singoli club stanno cercando accordi di buon senso, è molto preoccupante». Tommasi aggiunge: «Come ha detto Messi, non riesco a capire la logica imprenditoriale alla base di questo comportamento: mettere in cattiva luce i giocatori, principali protagonisti dello spettacolo, quando tutti o quasi stanno già discutendo con i club come uscire insieme da questa crisi. Mi pare una follia».

E infine: «Si dice che gli stipendi non vengono pagati, sono finiti i soldi ma occorre continuare ad allenarsi. Mi viene il dubbio che il nostro sistema stia spendendo più di quel che può, e che in questi anni si sia vissuto al di sopra delle proprie possibilità». Fonte: Il Mattino

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