Caso stipendi – In Liga è scontro aperto e non convince   il “lodo Casillas”

Un botta e risposta tra parti che poco si sopportano. Federcalcio, Lega e Assocalciatori. Dal sindacato è arrivato un duro comunicato contro la Liga. Con la quale tuttavia i giocatori sono d’accordo sul riprendere delle competizioni solo quando lo deciderà il governo.

L’attacco all’organo presieduto da Javier Tebas, però, arriva al punto 4 del comunicato firmato dal presidente David Aganzo e dai capitani di Primera e Segunda Division: «Risulta strano che la cassa integrazione venga appoggiata dalla Liga, stante il controllo economico che ha sui club e il fatto che parli di spese sostenute dagli stessi per i quali non ha invece predisposto una soluzione “materasso” di due mesi».

La risposta di Tebas è arrivata poco dopo: «I giocatori di Barcellona, Betis, Atletico, Real Saragozza, Osasuna e altri capiscono che il controllo economico della Liga non ha niente a che vedere con gli effetti del Covid-19 sull’economia. E la cassa integrazione è lo strumento legale previsto se la tua attività si riduce per cause di forza maggiore».


Ha provato a ipotizzare una soluzione Iker Casillas, candidato alla presidenza della federcalcio: «Se tutto torna alla normalità in 3-4 mesi si potrebbe giocare ciò che resta e poi mettere le finali delle coppe nazionali, di Champions ed Europa League a dicembre. Del resto il Mondiale in Qatar 2022 sarà a novembre».

Anche qui, non si è fatta aspettare la risposta di Tebas: «Già sono state individuate nuove date. Ritardare il finale e ricominciare con l’anno solare significherebbe perdere una stagione. Cosa succederebbe con i contratti televisivi e con quelli dei giocatori?». Fonte: CdS

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