NELL’ATTESA. Abbiamo fatto due calcoli. In Serie A fino allo stop si sono giocate 256 partite. Quelle complessive sono 380. Ergo: ne mancano 124. Fin qui – da Immobile a Cristiano Ronaldo passando per Petagna e Lapadula – sono stati realizzati 746 gol, alla media di 2,9 a partita. Si viaggiava a ritmi eccellenti, altro che. Solo in Bundesliga (3,3 gol a partita) stavano facendo meglio. Tenendo questa media è stata calcolata (Opta) una proiezione di altri 361 gol. Ognuno può immaginarli come vuole, sappiate che vale anche come gioco per ovviare a queste ore di sacrosanti arresti domiciliari. Sono gol decisivi per lo scudetto, gol salva-vita per evitare la retrocessione, gol che valgono la Champions. O anche gol inutili, gol che dovranno aspettare la sentenza del Var (ah, quanto ci manca il Var!), gol che ci faranno godere o incazzare, perché è così che va. Ma in fondo sono gol bellissimi, proprio perché sono ancora gol senza una forma. Sono idee, percezioni, emozioni trattenute. Colpi di testa definitivi anticipando difensori in ritardo, zampate nelle giungle di caviglie delle aree di rigore, magie e trucchi da prestigiatori, punizioni a girare, rovesciate ogni volta più acrobatiche. È bello anche solo sognarli, questi gol che ci mancano. È come se – a fronte dell’emergenza – avessimo spedito una raccomandata. Stiamo aspettando la ricevuta di ritorno.