Lazio: Lotito ha insistito fino all’ultimo, ma poi si è dovuto arrendere

FRONTE LOTITO

Fino a 24 ore fa, chi voleva riprendere le sedute si appellava al fatto che la legge non lo negava in maniera così esplicita. Qualcuno avrebbe già ricominciato se non fossero intervenuti con veemenza i medici sportivi e l’Assocalciatori. Secondo diversi presidenti, mantenendo la famosa distanza di un metro e sanificando i centri sportivi, i calciatori si sarebbero potuti allenare nei quartier generali da soli o in piccoli gruppi. Che sia etico o meno, che sia necessario oppure no, poco importa. Da un punto di vista formale pare si potesse fare senza violare le disposizioni dello Stato. Ed è il tasto su cui il patron della Lazio, Claudio Lotito, ha insistito maggiormente: Formello ha 6 campi da calcio da 100 metri ciascuno – sosteneva – perché non portarci 2-3 calciatori ogni ora, anziché farli esercitare da soli e male in casa? 


ASSIST

In realtà il Governo aveva lasciato aperta questa possibilità per garantire la preparazione di chi, a esempio, avrebbe dovuto partecipare ai Giochi Olimpici. Il campionato di calcio era già fermo, ma le Olimpiadi ufficialmente no. Oggi non serve più. Dunque tutti a casa. È un aspetto mica di poco conto: oltre a congelare di altri 14 giorni lo sport a tutti i livelli, potrebbe dare la svolta definitiva al taglio degli stipendi. A questo punto è sempre più rafforzato il diritto dei club a decurtare i compensi per inattività (certa fino a metà aprile) secondo il principio di sinallagmaticità: «in caso di mancata prestazione lavorativa, non c’è controprestazione». Fonte: CdS

Lotitoserie A
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