Bundesliga: in campo per la Festa del Lavoro
Pronti a celebrare la Festa del Lavoro con la ripartenza della Bundesliga interrotta l’8 marzo dalla pandemia. Questa la linea votata ieri dall’Assemblea straordinaria (in Conference Call) delle 36 società di A e B della Bundesliga, che ha deciso di prolungare al 30 aprile lo stop deciso inizialmente solo fino a venerdì prossimo. «Noi intendiamo concludere la stagione entro il 30 giugno – ha affermato Christian Seifert, capo della Lega calcio (Dfl) – Questa è ora la nostra posizione. Vogliamo quindi ricominciare in modo che ciò sia possibile».
Compatibilmente, ovvio, con le severe regole governative dettate dalla lotta nazionale contro il virus. «Ho l’impressione che la politica ci ascolta», assicura Seifert. Sarà un programma emergenziale, a porte chiuse, possibili 3 partite a settimana. L’importante, per Seifert e i massimi responsabili del settore, è «restituire la gioia del pallone a 80 milioni di tedeschi storditi dal virus».
Sulla “ipotesi Rummenigge” di dovere chiudere la stagione a settembre per esigenze del calendario europeo, Seifert ha ammesso che «bisogna tenere conto delle esigenze della Uefa». Cinque tedesche sono ancora in corsa in Europa. Necessario, secondo Seifert, anche il rapporto con la Fifa per regolarizzare i contratti in scadenza il 30 giugno. Da venerdì prossimo saranno di nuovo autorizzati allenamenti collettivi.
Fuori regola. Non dovrebbero esserci sanzioni per Borussia Dortmund, Augsburg, Wolfsburg e Borussia Mönchengladbach che non hanno rispettato la sosta. La salute dei tesserati, non solo giocatori e staff tecnico-amministrativo, è una priorità indiscussa, «ma il calcio professionistico può funzionare solo se si torna a giocare». Una task-force di medici federali pubblicherà un prontuario “vincolante” di precauzioni igienico-sanitarie per gli allenamenti e le partite. Seifert ha lodato la coesione di tutte le componenti: «Club, giocatori, tifosi e anche gli ultras, mai tutti così uniti come in questi giorni».
Le ultime 9 giornate ancora da giocare a porte chiuse sono un grave danno economico. «Se la stagione non venisse giocata fino in fondo, alcuni club potrebbero rischiare la vita», avverte Seifert. La perdita degli incassi di biglietteria (13 per cento dei ricavi) è sanguinosa, ma la maggior parte dei bilanci societari sarebbe incurabile senza i diritti tv del campionato. Il cui gettito ha raggiunto il 37 per cento delle entrate annuali.
I 330 milioni dell’ultima rata stagionale ancora non sono stati versati dalle tv. Ma Seifert è fiducioso: «Ci guardiamo con gli occhi della nostra controparte». In ogni caso, è stato deciso di abbassare l’asticella contabile per le licenze del prossimo campionato. Alla fine, rispondendo ad un giornalista, Seifert ha allargato lo sguardo al resto d’Europa: «Non so cosa può accadere in Inghilterra, Spagna, Italia, Francia. C’è grande incertezza. Ma in Germania abbiamo comunque una sostanza finanziaria completamente diversa. E abbiamo requisiti migliori di altri in Europa». Fonte: CdS