Il presidente dell’Aia, Marcello Nicchi, dai microfoni di Radio sportiva, ha anche detto la sua sul futuro dei campionati sospesi a causa dell’emergenza Covid-19, che sta paralizzando il mondo. «Noi siamo pronti a riaccendere il motore ma certo non possiamo mandare gli arbitri allo sbaraglio a rischiare la vita. Servono garanzie per tutti, anche per noi». Garanzie anche da un punto di vista economico, gli arbitri sono “liberi professionisti a partita Iva”, parte dei loro guadagni derivano dalle partite che dirigono. «Parleremo di tutto al momento opportuno, per ora queste sono cose futili. Se il campionato riparte ci saranno delle cose da fare, se non riparte serviranno altre misure. Noi faremo la nostra parte. Se verrà chiesto un sacrificio agli arbitri di vertice sotto contratto, sicuramente ne parleremo con la Federazione. Siamo professionisti sotto ogni punto di vista, non lesiniamo sulla settimana o sul mese. Ci stiamo muovendo anche sotto il profilo della beneficenza ma lo stiamo facendo in grande silenzio». Tutto fermo, rinviato il campionato Europeo, che sarebbe dovuto partire a giugno proprio a Roma, rinviate le Olimpiadi: «Decisioni giuste. Ovviamente slitterà tutto, le decisione spetteranno a chi di competenza. In questo momento dobbiamo solo fare quadrato». Gli arbitri sono in attesa di ripartire: «I motori al momento sono fermi, poi ognuno a casa fa quello che si sente di fare. Noi però siamo pronti, nonostante il momento di grande difficoltà. Vogliamo essere protagonisti della ricostruzione», ha chiuso Nicchi.
CdS