Dal Pino, il presidente delle Lega Calcio, dirà forte e chiaro che i club non intendono pagare non solo la mensilità di marzo, ma anche quelle di aprile, maggio e giugno. È necessaria, una sospensione degli emolumenti, «sine die». Gli scenari sono due: quello della ripresa a porte chiuse porta a una perdita di 177 milioni mentre la mancata ripartenza porta a una perdita di 313 milioni. Per Tommasi, bisogna capire quale è lo scenario anche se adesso è lui uno dei più pessimisti sulla possibile ripresa. Per i club non ce ne sta bisogno: in entrambi i casi, saranno i calciatori a dover fare il sacrificio maggiore. Anche perché l’idea che il campionato possa ripartire si fa sempre più complicata. Anche alla luce delle parole di Tommasi.
I club non hanno gradito certe affermazioni del ministro («Aiuteremo lo sport, che non è solo il calcio, come il calcio non è solo la Serie A») e in serata Dal Pino ha replicato dopo aver registrato i malumori di molti presidenti: «La Serie A ha un ruolo di locomotiva del comparto, generando un indotto di 8 miliardi a beneficio dell’intera piramide calcistica. Non è il momento di fare polemiche e demagogia. Non serve aggiungere altro per evidenziare il ruolo della Lega Serie A a sostegno del calcio di base e indirettamente di tutto lo sport italiano».
IL Mattino