La Juve è il primo club di A a portare a buon fine la trattativa con i calciatori sul taglio degli stipendi legato all’emergenza Coronavirus: gli effetti economici dall’intesa raggiunta sono un risparmio di circa 90 milioni di euro sull’esercizio 2019/2020 e cioè sul bilancio in chiusura al 30 giugno. Il club bianconero ha comunicato ieri sera di aver raggiunto «un’intesa con i calciatori e l’allenatore della prima squadra in merito ai loro compensi per la restante parte della corrente stagione sportiva». Questi i termini dell’accordo spiegati dalla Juve. «L’intesa prevede la riduzione dei compensi per un importo pari alle mensilità di marzo, aprile, maggio e giugno 2020. Nelle prossime settimane saranno perfezionati gli accordi individuali con i tesserati, come richiesto dalle normative vigenti. Qualora le competizioni sportive della stagione in corso riprendessero, la società e i tesserati negozieranno in buona fede eventuali integrazioni dei compensi sulla base della ripresa e dell’effettiva conclusione delle stesse». Quindi, una riduzione dei compensi ai calciatori relazionata al periodo di inattività e con la quantità della cifra tagliata che verrebbe restituita dal club dal primo luglio in poi (e graverebbe sull’esercizio successivo 2020/2021), a meno che il campionato non riprendesse. La Juve ha quindi giocato d’anticipo rispetto a tutte le altre società di A, e secondo qualcuno forse la mossa sarebbe stata forzata di proposito, un segnale per non far riprendere il campionato (che finirebbe in estate). Fonte: Il Mattino