Compensi ritardati di quattro mesi per salvare posti
Stipendi dilazionati, e differiti, per salvare posti di lavoro. Una piccola rinuncia, per i molti milionari della Premier League. Ma che indica una sensibilità non così scontata nel mondo del pallone. L’epidemia coronavirus, ormai non più solo emergenza sanitaria, è destinata a intaccare le finanze anche della ricca Premier.
Con i club già al lavoro per quantificare i danni, sotto forma di mancati introiti, costi extra, diritti tv e sponsorizzazioni da ridiscutere. Almeno fino al 30 aprile il football di Sua maestà non ricomincerà, e con sempre maggior convinzione si sta affermando – tra i 20 club della massima divisione inglese – l’idea di non ricominciare più, annullando l’attuale stagione.
Per discutere di quali misure collettive prendere, al fine di fronteggiare la crisi, la Premier ha organizzato una video-conference il prossimo 3 aprile. Nel frattempo però sono stati i calciatori a giocare d’anticipo, facendo sapere – per il momento solo in maniera informale – di essere pronti a ritardare l’incasso dei propri stipendi.
Una misura, che verrebbe messa in atto nei prossimi quattro mesi, in base alla quale si consentirebbe una proroga fino al 50% dello stipendio mensile, così da garantire alle società il tempo e le risorse necessarie per riformulare i bilanci finanziari. Ma anche per scongiurare la tentazione di licenziare quei dipendenti, non direttamente impiegati nelle attività sportive, che rappresentano costi fissi “rinunciabili”. Proprio per evitare questi tagli i giocatori del Leeds, primo in Championship, e lo staff tecnico di Marcelo Bielsa hanno già deciso di auto-ridursi gli stipendi. Iniziativa subito condivisa anche dal Birmingham City. Fonte: CdS