Se da un lato una parte consistente della popolazione sembra ancora ignorare le misure più restrittive introdotte lunedì sera dal primo ministro Boris Johnson, almeno i club inglesi sembrano intenti a darsi regole e procedure ferree. Mentre è ancora buio sulla data di un possibile rientro – smentito il piano rivelato dal Telegraph che parlava di un ritorno in campo a inizio giugno con termine il 12 luglio – la Premier League ha riunito i responsabili medici dei club per limitare i rischi e salvaguardare la salute di giocatori.
Soprattutto, scoraggiare i giocatori stranieri dal tornare in Patria, come hanno fatto invece (con il permesso dei loro club) i vari Neymar e Higuain. Impossibile vietarlo, ma si avverte tutti i club che non sono contemplati posticipi per giocatori indisponibili in caso di quarantena o divieto di acceso al Paese. In altre parole, se il tuo campione straniero va all’estero e non può tornare o finisce in quarantena, tolleranza-zero. L’intento dei club è chiaro: tornare in campo il più presto possibile. Lo stato di salute di tutti i giocatori dovrà essere comunicato alla Lega che manterrà un registro centralizzato. I club sono anche invitati a controllare i familiari e altre persone con cui i giocatori potrebbero entrare in contatto. «Fortemente scoraggiati». Oltre che, al momento, illegali, gli allenamenti in gruppo. Fonte: CdS