Calcio verso il taglio stipendi: decurtazioni fino al 30%

Il calcio dei ricchi e dei meno ricchi, piange. E perde. Se il campionato dovesse riuscire a ripartire, la perdita sarebbe di 160-170milioni di euro. Durante la riunione di ieri De Laurentiis ha spinto anche per entrare nei dettagli di un piano per il taglio degli stipendi, vista l’incidenza del 67 per cento sul fatturato dei club, i presidenti ipotizzano che si possa arrivare a una decurtazione anche del 30 per cento sul monte ingaggi complessivo. Il Napoli, facendo due conti, potrebbe risparmiare circa 28 milioni di euro mentre tutta la serie A circa 465 milioni. Un taglio non uguale per tutti: si va da un minimo del 15 per cento per chi guadagna 300 mila euro a un massimo del 30 per cento per gli ingaggi superiori a 1,5 milioni di euro. Ma la Lega non vuole muoversi da sola e si sta attrezzando per coinvolgere le principali leghe europee e sollecitare la Uefa per arrivare a un risparmio del 30% degli emolumenti. E non solo: l’intento dei presidenti è di tirare in ballo nella trattativa anche il sindacato europeo dei calciatori, la Fifpro. Ma per un argomento del genere serve un provvedimento del governo. Tra le proposte che verranno fatte al ministro dello Sport Spadafora con l’obiettivo di farle entrare in un emendamento del decreto Cura Italia anche l’ipotesi di una parziale defiscalizzazione sul costo degli ingaggi e la creazione di un fondo di garanzia per chi guadagna poco.

Il Mattino

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