IL PESSIMISMO
Ormai è evidente che da qui alla fine della stagione si giocherà a porte chiuse. Il danno, da mancati incassi più indotto, è calcolato tra i 150 e i 180 milioni di euro. Poi si vedrà. Ma i presidenti spingeranno per un tavolo negoziale immediato con l’Aic per il taglio degli stipendi ai calciatori (che incidono nella misura del 67 per cento del fatturato). Non si gioca da inizio marzo, e questa inattività può portare a una riduzione proporzionale degli ingaggi già questo mese. Giusto per cominciare. D’altronde, i primi a non volere il crac del calcio sono proprio i calciatori: un piccolo sacrificio quest’anno consentirebbe a molti club di non fallire. Una prima mano potrebbe, dunque, arrivare dalla rinuncia di parte dello stipendio di questo mese. Poi, alla fine dell’anno, quando sarà chiaro il rosso del calcio, procedere alla contrattazione collettiva per discutere delle eventuali decurtazioni, tra il 15 e il 30 per cento. Non ci sono clausole in tal senso che regolano il rapporto di lavoro tra calciatori e club. Nella Nba per ogni gara della stagione che salta, si procede alla decurtazione dell’i per cento dello stipendio. E il Barcellona ha già un accordo coi suoi giocatori per un taglio. Fonte: Il Mattino