Umberto Calcagno:
«Siamo in un momento difficilissimo: e la premessa deve sempre la stessa, ragionare tutti assieme, senza fare inutile demagogia, affidandoci alle direttive dei medici. È per questo motivo che abbiamo un tavolo permanente aperto con tutte le componenti del calcio». Vicepresidente dell’Associazione italiana calciatori, è uno dei riferimenti principali, non solo per i giocatori, ma anche per tutte le istituzioni del calcio nazionale.
Che giudizio ha sulla scelta del Napoli di riprendere gli allenamenti – almeno al momento – tra due giorni? «La linea sulla questione allenamenti è quella condivisa con la federazione dei medici sportivi, anche perché è fondamentale il loro consiglio per capire quando riprendere. Seguendo questa linea, la data del 3 aprile significa che non prima di questa soglia è giusto tornare ad allenarsi. Ancor più dopo le dichiarazioni del presidente Conte di sabato sera e l’ultimo decreto: ci dobbiamo tarare su una cosa che non controlliamo ed è responsabile dire che siamo in attesa degli sviluppi di questa crisi».
C’è un dialogo aperto anche con i calciatori del Napoli? «Ovviamente. Siamo in contatto con tutti i nostri rappresentanti delle serie professionistiche. Ci sono percezioni differenti tra tutti i calciatori, così come tra tutti noi. C’è stato chi in un primo tempo ha sottovalutato la situazione: oggi la nostra proposta è anche legata al desiderio di avere una parità competitiva nei campionati: ci piacerebbe che tutti ricominciassero assieme, anche per evitare di fare ragionamenti travolti dagli eventi che si susseguono di ora in ora».
Questione stipendi: la Lega sta valutando diverse opzioni. Qual è la posizione dell’Asso calciatori? «La nostra posizione, condivisa con la Lega Serie A, è quella che bisogna smetterla con la demagogia. Fino a quando non sapremo la data di ritorno alle competizioni, parlare di questioni economiche è fuorviante. Serve responsabilità. Stiamo valutando i danni subiti dal sistema calcio. Stiamo solo lavorando per far trovare il calcio pronto quando sarà possibile far tornare a parlare il campo. Gli stipendi non sono un problema ora. Ma c’è un altro aspetto che voglio sottolineare».
Prego. «Ci sono stati tantissimi esempi di solidarietà nel calcio: da quelli più noti, come Insigne a Napoli a tanti altri, ed in questo momento non c’è contrapposizione tra noi e la Lega, ma solo un periodo di attesa per capire quando riprendere. Il nostro compito principale, ora, tutelare la salute di tutti i nostri tesserati. Fonte: Il Mattino