La linea dell’Aic è quella di attendere una valutazione complessiva delle perdite a cui andrà incontro il calcio a causa del coronavirus, per poi stabilire in che misura dovranno contribuire i calciatori. In sostanza, c’è la disponibilità al sacrificio, ma non è ancora il momento di fare calcoli. Anche dalla Federazione è stata confermata la sensibilità al problema. Tuttavia, come si può leggere anche a parte, non è stata gradita la mossa dell’altro giorno della serie A, ritenuta una forzatura. Ma forse questo passo è stato fatto proprio, come già premesso, in maniera strategica, per attivare un processo a raggio molto più ampio. Tanto che anche gli interlocutori, se si dovesse procedere in questa direzione, potrebbero cambiare o allargarsi, arrivando alla Fifpro, ovvero l’ente che rappresenta tutti i giocatori del mondo, e di conseguenza anche all’Uefa. Già perché, nella visione dei club, è impensabile che l’organismo europeo non dia il suo contributo su questo tema, limitandosi a pretendere dalle varie Federazioni un sostegno per compensare le perdite legate allo spostamento dei Campionati Europei. Piuttosto dovrebbe intervenire attraverso una serie di ammortizzatori sociali per sostenere un sistema destinato ad entrare in crisi. Fonte: Cds