Demme: “A Lipsia mi fermavano giusto per qualche selfie, qui invece…”

CHE ONORE

Di Napoli, però, già conosceva di fama qualcuno e qualcosa: Rino e la storia. «Gattuso è sempre stato il mio modello insieme con Pirlo: è bello che mi abbia voluto in azzurro ed è positivo che la sua idea di calcio si basi sul possesso palla come quella di Nagelsmann».

Il tecnico del Lipsia. «Mi ha subito lanciato in campo e per fortuna le cose sono andate bene: la sua fiducia è un onore». Suo padre Enzo, calabrese come Gattuso, è invece fiero e orgoglioso: «Mi ha chiamato Diego in onore di Maradona, ma non voglio e non posso confrontarmi con lui. Da piccolo mi ha insegnato che il Pibe è una leggenda e che apparterrà sempre a Napoli: quando ho firmato ha pianto, è stato emozionante per tutti, e mi segue sempre allo stadio. Anche in trasferta».

Finale dedicato alle nuove abitudini: «Clima e cibo sono fantastici, mi sento davvero a mio agio». Migliora anche il rapporto con l’italiano: «Da ragazzino mi rifiutavo di impararlo, papà era spesso fuori per lavoro e mia madre parlava soltanto il tedesco. Ora, comunque, sto migliorando». Con i tifosi, invece, va una meraviglia: «A Lipsia mi fermavano giusto per qualche selfie, mentre qui mi riconoscono tutti. All’inizio non potevo andare anche al supermercato, troppe foto: qui sono pazzi per il calcio». Fonte: CdS

DemmeNapoli
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