Stop al calcio in Europa. Ma fino a un certo punto. Perché tra le poche isole “felici” dove oggi si gioca c’è anche l’Ungheria, una delle nazioni europee che più di tutte parla italiano dal punto di vista calcistico. Il ct della nazionale è Marco Rossi (ex difensore anche della Puteolana) capace di qualificarsi per gli spareggi con vista sull’Europeo e oggi tra i pochi al mondo che può guardare del calcio giocato.
«Ma non dal vivo», specifica. «In Ungheria in questo weekend tutte le 6 gare di campionato sono a porte chiuse e nemmeno posso accedere agli stadi». Nemmeno il commissario tecnico della nazionale? «Viste le grandi restrizioni che ci sono anche qui per prevenire il contagio del Coronavirus, abbiamo pensato di non fare pressioni con i club per ottenere gli accrediti che solitamente ci arrivano senza problemi». Quindi niente stadio, ma tv. «Tutto l’intero turno di campionato è trasmesso in chiaro».
Un bel segnale, soprattutto alla luce della grandi polemiche che ci sono state in Italia nei giorni scorsi per la trasmissione della serie A. In Italia c’è tutta la famiglia di Rossi. «Mia moglie e mia figlia sono a Napoli. Avrebbero dovuto raggiungermi a Budapest il 20 marzo ma non verranno. Mentre mio figlio, che gioca a pallanuoto nell’Ortigia, è a Siracusa e riesce almeno ad allenarsi da solo all’aria aperta. Tutti loro mi raccontano di stare vivendo una situazione surreale».
LA NAZIONALE
Per Marco Rossi, poi, questo è un momento delicato, perché con la sua nazionale avrebbe dovuto affrontare gli spareggi per ottenere un posto a Euro 2020. «Le gare saranno posticipate e quindi anche le convocazioni che avremmo dovuto diramare nella prossima settimana salteranno». Il 26 era in programma la gara sul campo della Bulgaria e in caso di vittoria (in questa fase sono tutte partite secche) la finalissima a Budapest contro la vincente di Islanda-Romania. «È tutto fermo: non sappiamo cosa accadrà. Sappiamo solo che la priorità è far terminare campionati e coppe». Fonte: Il Mattino