LA GIORNATA
E’ avvenuto tutto in fretta (?). All’alba di un venerdì 13 marzo in cui l’Uefa ha deciso di sospendere Champions ed Europa League e dunque di «liberare» chi invece, dovendo ancora conoscere il proprio destino, rimaneva prigioniero di un calendario: non si gioca e così Gattuso ha potuto smettere di pensare ancora, di confrontarsi con se stesso su cosa inventarsi per una sfida che nessuno ormai voleva.
Barcellona-Napoli, in realtà, sapeva già di rinvio dal momento in cui il Governo spagnolo aveva bloccato i voli da e per l’Italia. Però ci voleva l’autorevolezza e la «certificazione» dell’Uefa per archiviare qualsiasi tentativo e soffocare definitivamente la paura di doversi (eventualmente) mettere in viaggio studiando soluzioni alternative.
Ora i piani di volo (quello irrealizzabile e vagheggiato nella «disperazione» per Perpignano-Rivesaltes ma mai seriamente preso in considerazione. E anche ovviamente quello prenotato per Barcellona (sperando in un permesso delle autorità) possono essere stracciati. Perché il pallone rimane lì, nel sottoscala dei pensieri di ognuno di loro e diventa elemento marginale. Fonte: CdS